Iride Cavalli, borgotarese, ha compiuto cento anni. E come vuole la prassi, il sindaco di Borgotaro, Salvatorangelo Oppo, accompagnato dalla sua segretaria Teresa Ferrari, le ha portato a casa la pergamena prevista dal Comune, per chi appunto ha raggiunto questo traguardo. Le ha anche fatto omaggio di un bel mazzo di fiori.
La signora Iride si è sposata nel 1929 con il cavalier Camillo Gandolfi, attivamente dedito alla politica nelle fila della Democrazia cristiana. Uomo capace, di grande carisma, nel dopoguerra fu sindaco di Borgotaro, addirittura in due diversi periodi.
Iride e Camillo hanno avuto due figli, Domenico e Maria Pia: il primo vive in Canada e la seconda, a Milano. Morto il marito, Iride Cavalli vive dal 1951 con la nipote Cristina.
Ha sempre lavorato come dipendente delle Poste. E' stata per anni responsabile dell’Uffico a Ostia di Borgotaro. E dal giorno del suo matrimonio abita sempre nella stessa abitazione, appunto ad Ostia.
La sua casa è stata anche un teatro di storia. Durante la Seconda Guerra Mondiale ospitò il Comando Territoriale Tedesco, dal quale, per alcuni mesi del 1944, dipese anche Borgotaro.
Tale situazione - spesso la signora Iride lo ricorda - ha creato notevoli disagi alla famiglia e molti danni, in occasione dell’ultimo combattimento dei Partigiani.
Iride Cavalli è una figura molto amata, rispettata e spesso citata come esempio, non solo dai familiari, ma anche da tutti gli abitanti della frazione.
Alla cerimonia di consegna della pergamena, erano presenti la nipote e due sorelle, Anna ed Elvira, pure loro vicine ai cent'anni. Una famiglia davvero longeva.
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Gabriele Banchini
08 Marzo @ 12.55
Anche se in ritardo i miei auguri alla Signora Iride. Desidererei sapere dalla signora e7o dalle sorelle se hanno conoscenza di Cesare Cavalli, padre di mia nonna Olga, che doveva essere di Borgotaro, premetto che mia nonna era nata a la Spezia l'8.8.1909 (dove e' morta nel 1993) e aveva sempre detto che lei ed il fratello maggiore Dario erano di famiglia originaria di Borgotaro. Grazie e saluti. Gabriele Banchini
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