Provincia-Emilia
La Brianti: a Fontanellato è giunta l'ora di cambiare

28 Aprile 2011 - 19:26
Con una lettera - di cui riportiamo i passaggi più significativi - la giornalista Paola Brianti spiega i motivi della sua candidatura a consigliere nella lista «Insieme per cambiare» per cui corre come sindaco Enrico Caporali. «Quando decisi di partecipare alla campagna di "Insieme per cambiare" - si legge - furono in molti a chiedermi perché mai una giornalista, delegata della Assemblea Nazionale del Pd, consigliere regionale del Lazio con la carica di presidente della Commissione per gli Affari Internazionali ed Europei nella passata legislatura, potesse appassionarsi ad una lista civica di Fontanellato, in alternativa alla amministrazione uscente appoggiata dal Pd. La risposta è semplice. Proprio perché io credo nei valori del mio partito, proprio perché non saprei riconoscermi in una formazione diversa da quella democratica, proprio perché ho visto nascere il Partito Democratico e nei suoi ideali ho identificato la speranza di una Italia migliore e più giusta, ho fatti miei gli obiettivi di "Insieme per cambiare"». Prima una premessa: «Sono nata a Fontanellato. In Fontanellato ho assistito al coraggioso cammino dei suoi abitanti verso una vita migliore. In Fontanellato, si sono succeduti molti sindaci e non dimenticherò mai la fierezza che provai quando a Roma, Pompeo Piazza venne premiato come il sindaco politicamente più longevo di tutta Italia. A Fontanellato, sono rimasta fedele sempre, quando come giornalista passai lunghi anni in Cina, quando dal mio giornale venni ripetutamente inviata in Medio Oriente, quando vissi in prima persona i vorticosi mutamenti della politica romana. Il giorno in cui a Fontanellato vinse la lista appoggiata dal Partito Democratico, fui la prima a festeggiare».
Quindi l'affondo: «Ancora non potevo immaginare quanto dura sarebbe stata la delusione. Allora non avrei potuto credere che una amministrazione che si vantava di essere democratica, avrebbe schiacciato i diritti dei suoi cittadini, avrebbe scambiato il consenso strappato ai suoi elettori, per un via libera al sopruso ed al disprezzo degli umili. Avevo letto l’elenco delle promesse. Troppo belle e forse troppo ambiziose. Rileggo adesso gli stessi propositi non mantenuti nei cinque anni passati e riproposti ora, con la medesima noncuranza della verità e della serietà verso i propri concittadini. A Ghiara, da un giorno all’altro, venne chiusa una strada comunale, fu strappato ai suoi abitanti il diritto basilare della libera circolazione. Da un giorno all’altro, i ghiaresi furono impediti di raggiungere il centro del paese. Schiacciati dal peso di una amministrazione arrogante e sorda ad ogni protesta, dovettero alla fine ricorrere al Tribunale Regionale e pagare di tasca propria tutte le spese, per vedere riconosciuti i loro diritti più elementari». Questa - aggiunge la giornalista «non è la linea del Partito Democratico, questa è solo e soltanto arroganza di potere. La nostra Rocca è affidata a guide turistiche che non sanno neppure perché il Parmigianino abbia dipinto la stanza che il mondo ci invidia né perché da proprietà privata dei Sanvitale sia diventata un bene pubblico. Resterà patrimonio di tutti? Lo speriamo, anche se la vicenda di strade comunali vendute con incredibile disinvoltura, lascia adito a molti sospetti ed a troppe preoccupazioni. Sì, è ora di cambiare».
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