Provincia-Emilia
Noceto - Uccise prostituta: il gip gli concede la perizia psichiatrica

04 Luglio 2011 - 16:49
Cristian Calestani
La voleva con sè a tutti i costi. Non gli bastavano più quei rapporti fugaci consumati nella campagna della via Emilia. E dopo una lite, scoppiata probabilmente per un suo rifiuto, le aveva stretto le mani intorno al collo e poi l'aveva strangolata con una cintura. Ora a lui, il 52enne Silvano Rainieri che a gennaio uccise la prostituta romena 20enne Emilia Cosmina Burlan, il gip Maria Cristina Sarli ha concesso la perizia psichiatrica che, nella giornata di giovedì, sarà affidata a Cesare Piccinini. Un atto, questo, particolarmente importante nello sviluppo del procedimento giudiziario considerato che gli esiti della perizia saranno assunti in incidente probatorio: i risultati della perizia, quindi, entreranno come prova all'interno processo. Nell'udienza di giovedì le parti nomineranno i propri consulenti: la difesa sarà rappresentata dall'avvocato Luigia Grossi, mentre la famiglia della vittima si affiderà a Sandro Milani.
L'omicidio
Emilia Cosmina Burlan, sulla via Emilia conosciuta con il nome di «Cristina», era stata strangolata e uccisa dal 52enne Silvano Rainieri, macellaio in un supermercato di Parola, la notte del 20 gennaio. Era una domenica e Rainieri si era presentato, come d'abitudine, nella zona dell'hotel «Parma&Congressi» a Pontetaro. Era lì che ogni sera la ventenne romena arrivata da Cremona, dove viveva, insieme ad un'amica. Quella sera, come tante altre volte, era salita sulla Volkswagen Golf di Rainieri, ormai divenuto un suo cliente abituale. In poco tempo dalla via Emilia i due avevano raggiunto una strada di campagna nella frazione di Borghetto. Avevano consumato un rapporto e subito dopo era scoppiata una violenta lite tra i due.
Strangolata con la cintura
Rainieri aveva iniziato a picchiare Emilia Cosmina. Lei aveva cercato di difendersi graffiandogli la faccia e mordendogli una mano. Lui aveva reagito stringendo le mani intorno al collo della ventenne che era svenuta ed era poi stata strangolata con una cintura. Il corpo, nudo, della ragazza era stato gettato in un canale. I vestiti, la borsetta e il cellulare buttati in un cassonetto. Rainieri era poi tornato a casa dall'anziana madre, di 93 anni, in convalescenza dopo un lungo ricovero in ospedale.
L'allarme dell'amica
La prima a preoccuparsi non vedendo ritornare Emilia Cosmina era stata l'amica che con lei divideva quell'angolo di marciapiede a Pontetaro e che ogni giorno con lei giungeva nel paese della nostra provincia da Cremona. Erano così iniziate le ricerche da parte della polizia. Il giorno dopo, proprio mentre le forze dell'ordine rintracciavano Rainieri ed iniziavano ad interrogarlo, un agricoltore di Borghetto avvisava i carabinieri in merito al ritrovamento di un cadavere.
«Lei non voleva venire a vivere con me, come avevo deciso. E io a quel punto le ho detto che non le avrei più dato soldi» aveva raccontato Rainieri alle forze dell'ordine prima di ripercorrere le fasi più drammatiche del suo folle gesto con lo strangolamento della ragazza e l'abbandono del cadavere in un canale. A tradire l'uomo era stato il segno sulla mano del morso con il quale Emilia Cosmina aveva disperatamente tentato di liberarsi dal suo assassino.
«Rainieri dice che Cosmina l'ha aggredito perchè lui non voleva più darle soldi? Mi sembra una ricostruzione di comodo - aveva sostenuto Sandro Milani, l'avvocato della famiglia Burlan - un inutile tentativo per attenuare le proprie responsabilità».
Per lei aveva speso 15mila euro
Rainieri aveva conosciuto «Cristina» nel luglio del 2010. Al primo «incontro» ne erano seguiti molti altri, tanto che l'uomo era arrivato a spendere per lei fino a 15mila euro ed era pronto a spenderne molti altri se la ragazza avesse accettato di vivere insieme a lui e coronare quello che era diventato un suo sogno e una sua ossessione
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Franco
05 Luglio @ 11.55
Il mestiere più vecchio del mondo sembra facile, ma in realtà non lo è affatto, poiché non si sa mai di preciso chi si può incontrare. Che sia fatta una reale giustizia.
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