Chiara De Carli
Porte aperte 24 ore su 24 alla vecchia scuola media di San Polo. Non un «open day» per presentare un progetto di recupero o un’iniziativa pubblica: la scuola di via I Maggio è proprio rimasta aperta, non si sa da quanto tempo, dopo il trasloco avvenuto nel 2010 al plesso di via Giuffredi.
Fino a qualche giorno fa, nessuno sembrava essersene accorto: non comunque i tecnici del Comune o la guardia giurata incaricata di controllare gli edifici pubblici.
Solo alcuni cittadini hanno pensato di denunciare alla Gazzetta di Parma il fatto che i locali della ex scuola erano diventati luogo di ritrovo notturno, manifestando preoccupazione per il viavai di ragazzi e ragazze.
Alla prova dei fatti, entrare era effettivamente più semplice del previsto: bastava tirare la maniglia sulla porta in legno in cima alla scale visto che il chiavistello montato in sostituzione della serratura era aperto. Nessuna effrazione e nessuno scasso: solo un utilizzo «originale» di una struttura pubblica in disuso.
Sulla porta, come in nessun altro luogo, divieti d’accesso o limitazioni al passaggio possono indurre a pensare che l’edificio pubblico non sia accessibile: una potenziale «grana» in più per il Comune visto che se un minore si fosse fatto male, magari inciampando sui vari rifiuti lasciati in giro, ne avrebbe risposto l’ente pubblico. Anche l’impianto di illuminazione interno è ancora collegato: ulteriore «tentazione» per chi è alla ricerca di un posto dove fare baracca senza essere visto. E «baracca» sembra proprio essere stata fatta, almeno nelle aule che affacciano sul cortile interno da dove è impossibile essere scorti da chi passa per la strada anche accendendo le luci.
I graffiti disegnati sui muri, la quantità di mozziconi di sigarette sul pavimento e le bottiglie sparse, sono difficilmente compatibili con una bravata di qualche ora.
A stupire anche il fatto che all’interno dell’edificio, oltre a sacchi dell’immondizia, vecchi libri e quaderni, scrivanie e cattedre, siano ancora presenti anche diverse attrezzature per la didattica: dai vecchi computer accatastati sotto le scale, ad uno stereo, ancora montato e collegato alle casse per la diffusione sonora, fino ai proiettori per lucidi.
Giovedì pomeriggio, gli assessori Barbara Barattieri e Maura Zilioli si sono recate, insieme ai vigili e agli operai del Comune, a fare un sopralluogo nell’edificio e a chiudere gli accessi alla struttura mentre il sindaco ha comunicato che «avrà cura di verificare in breve tempo i diversi aspetti di carattere tecnico-gestionale con i responsabili dei settori interessati».
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anna
20 Maggio @ 10.19
Sono stata insegnante per molti anni in quella scuola e , leggendo l'articolo, sono rimasta incredula: anche la parte nuova è aperta " al pubblico"? Mi dispiace sentire che un edificio, vecchio, ma non fatiscente perchè costruito con metodiche molto diverse da quelle che si usano ora, sia stato abbandonato e per di più accessibile a chiunque. Il comune avrebbe potuto essere più attento...!
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