REGGIO EMILIA – Via libera dal Consiglio provinciale di Reggio Emilia ad un’unica provincia formata dall’unione di quelle di Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza. In un ordine del giorno, approvato nella seduta di oggi, definisce quest’area in grado di dare nuovo impulso all’intero Paese e chiede alla Regione Emilia-Romagna di promuovere nelle diverse forme e sedi il progetto 'Emilià.
Respinti invece altri due ordini del giorno, uno della Lega Nord (4 sì, 9 contrari, 12 astenuti) e uno dell’Udc (4 sì, 15 no e 6 astenuti): il primo chiedeva l’impegno della Provincia di Reggio Emilia a impugnare davanti al Tar del Lazio la deliberazione del Consiglio dei ministri del 20 luglio sui criteri per il riordino delle Province, il secondo di proporre quale unico criterio per l’identificazione delle nuove Province il solo numero di abitanti (almeno 300.000).
«Non vogliamo essere accorpati e scomparire, ma chiediamo di unirci alle Province in modo paritario», afferma la presidente della Provincia di Reggio Emilia, Sonia Masini. «Vogliamo mantenere il nostro nome – aggiunge – e chiamarci anche Emilia in una aggregazione nuova che guardi all’Europa dove diventeremo una delle aree importanti con 2 milioni di abitanti, con Pil, infrastrutture, la capacità di attrarre servizi e tutta la cultura che conosciamo».
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Giustapizza
02 Agosto @ 11.06
se c'è un territorio omgeneo è proprio quello che va da modena a parma (e perchè non fino a piacenza ) Territorio che fino ad ora , basta guardare le strade , è sempre stato trattato in maniera campanilistica . Proposta da accogliere , poi sinceramente dove sarà la capitale posso dire un bel machisennefrega . Facciamola a colorno e non se ne parli più .
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Matteo
31 Luglio @ 14.29
Non sono d'accordo con questa proposta, Parma è una delle poche province che potrebbe tranquillamente andare per conto suo perciò non vedo perchè doversi aggregarer ad altre solo perchè queste hanno paura di perdere prestigio. Parma ha i requisiti mentre Reggio e Piacenza no, fine del discorso, una se la prenderà Parma e l'altra Modena, se poi a piacentini e reggiani la cosa non piace se la faranno piacere. Tanto la loro è tutta una farsa pietosa per non perdere la scrana!
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Marco
31 Luglio @ 12.45
La proposta dei reggiani NON mi piace. E' chiaramente volta a non passare in secondo piano rispetto a Modena, mentre noi unificando PR e PC manterremmo la sede delle provincia, inoltre si rischia di diventare una miniregione nella regione ER, con il rischio di avere i prbolemi che abbiamo a farci ascoltare da Bologna. La mia non è (solo) una questione di campanile (perchè quello dei reggiani cos'è?) ma l'interesse per il benessere di Parma.
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Paolo Reggiani
31 Luglio @ 12.19
Se ciascuno facesse il proprio mestiere, cioè quello per cui ha studiato, tanto per capirci, non ci sarebbero tante sciocchezze. Chi ci governa è (ed è sempre praticamente stato) un avvocato o, nella migliore delle ipotesi, un economista, rari sono gli appartenenti ad altre discipline ed ancor meno a quelle davvero tecniche ed anche questi non hanno quasi mai dato prove di autentico “tecnicismo” quando hanno preso delle importanti decisioni: forse la politica corrompe le menti. O forse chissà. La farsesca sceneggiata dell’abolizione delle province per risparmiare soldi è una prova lampante di questa incapacità a vedere le cose per quelle che sono. Qualunque geografo vede nel rapporto superficie-abitanti (2500 km² e 350.000) proposto dai “tecnici” (se-dicenti) del governo come un’assurdità confrontandolo con i dati delle province: sono numeri in contrasto tra di loro e che, ad esempio in Toscana si salverebbe soltanto Firenze. Una vera sciocchezza fatta da chi non ha mai guardato un atlante o letto un libro di storia: perché la geografia dei luoghi va a braccetto con la storia. La provincia di Reggio ha avuto coraggio con la sua proposta ma l’esito sarebbe mostruoso: un’entità di 11.000 km² e quasi 2.000.000 di abitanti … ma che cos’è? Sarebbe una realtà di dimensioni maggiori ad alcune regioni; si pensi alla Liguria che è di minor superficie rispetto a Parma e Reggio unite e pure con meno abitanti della nuova “entità”. Ma anche le Marche e l’Abruzzo sono più piccole (anche per abitanti) di questa nuova unione emiliana. Quindi troppo grande per essere una provincia ed in concorrenza con la regione Emilia-Romagna per dimensioni e potrebbe nascere la tentazione del “colpo gobbo” autonomistico. E poi la capitale: Parma o Modena che hanno entrambe le tipologie minime per restare province e la prima eccelle per superficie mentre la seconda per abitanti? Come discriminare le cose. Una stupidata come questa pseudo riforma, fatta da incompetenti del settore e senza il confronto con la carta geografica e dati territoriali ed antropici, resta tale anche quando si prova a rattopparla con iniziative (quelle del governo) di correzione che comunque non faranno mai “stare il 3 nel 2”. E meno male che abbiamo un governo di tecnici! A proposito, in questa grottesca iniziativa non c’è neanche risparmio economico, in quanto sarebbe stato di circa 150 milioni di euro annui con la totale abolizione degli enti (ma non dei servizi ed addetti!) mentre ora, con la nuova revisione, se arriverà ai 100 milioni sarà tutto grasso che cola. Ma quando smetteranno di prenderci in giro con i loro falsi numeri?
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wolf
31 Luglio @ 10.49
la proposta de IL CORVO è a dir poco grandiosa. Peccato che per troppi sporchi interessi non ci sia la possibilità di attuarla.
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