Non me l’aspettavo davvero. È stata un’accoglienza splendida». Appena tornato dalla Spagna, Francesco Barilli ancora non nasconde l’emozione: è stato premiato «per il suo grande contributo alla storia del cinema» al Festival di Granada, dove gli sono stati tributati grandi onori. Gli onori che si riservano ai maestri del cinema, e che un poco l’hanno sorpreso. «Non me l’aspettavo proprio», ripete il regista parmigiano, del quale a Granada è stato proiettato «Il profumo della signora in nero» («in versione originale e senza censure»). «Ho scoperto che quel film - racconta - è un cult per molti. Pubblico ma anche giornalisti: ho fatto diverse interviste, con giornalisti sia spagnoli sia americani. Molti mi hanno detto che lo considerano non un horror ma un thriller psicologico, e io sono assolutamente d’accordo, e soprattutto un’opera in anticipo sui tempi». Negli ultimi mesi c'è parecchia attenzione intorno a Barilli, ospite d’onore in diversi festival: da quello della fantascienza di Trieste a quello di Neuchatel in Svizzera.
«Il mio successo personale? C'è una ripresa degli anni Settanta, ai quali si guarda con nuova attenzione. Credo che in tutto ciò il ruolo di Quentin Tarantino sia indiscutibile: io non sono uno dei registi di cui è fan Tarantino, non sono un regista horror ma noir, però è indubbio che lui ha contribuito molto a riportare l’attenzione su quegli anni», dice ancora Barilli. In questo periodo il regista è a Parma, impegnatissimo. «Sto lavorando a un documentario su Giovannino Guareschi. Sarà un documentario lungo e 'totale': non solo Don Camillo, che è il risultato di una storia molto più lunga. La vita di Guareschi: comincio dal funerale, dalle tante persone che alla sua morte lo distruggono, e poi riprendo dall’inizio. Mi ci vorranno circa due mesi: 15 giorni di riprese, il montaggio e tutto il resto».
Guareschi è al centro anche di un altro progetto di Barilli, stavolta teatrale: «Porto in teatro il 'Diario clandestino', porto i campi di concentramento al Regio». E proprio al Regio è legato anche un altro documentario che avrà la sua firma: «Un lavoro sulla storia del Teatro Regio, un’opera che credo potrà viaggiare in tutto il mondo portando in giro Parma». E non è tutto: «Quest’anno - conclude - ho scritto cinque film per il cinema». Tra questi, anche un horror da girare qui a Parma.
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