Lars Von Trier? Vade retro! Il geniale regista danese, che abbiamo amato come pochi negli ultimi anni, sbrocca quando meno te lo aspetti, cucendosi su misura un film più delirante che scandaloso, bizzarra terapia (di gruppo…) per la sua depressione.
Reduce dai fischi di Cannes, «Antichrist» parte come un film cerebrale, anche affascinante e ipnotico - una sorta di lunga seduta di psicanalisi dove l’inferno della mente prevale momentaneamente su quello dei corpi - per poi trasformarsi in un sanguinario horror metafisico che riflette sulla natura femminile.
Mutilazioni di genitali in primissimo piano, masturbazioni sanguinarie, torture fisiche e psicologiche di ogni genere e grado: tormentato e complesso (e parecchio presuntuoso), il film non risparmia allo spettatore un campionario estremo di immagini non sempre sopportabili, spesso inutili brutalità ad effetto che si traducono in mezzucci cattura attenzione poco degni del talento del regista che ha girato «Dancer in the dark» e «Le onde del destino».
Immersi i suoi protagonisti (Willem Dafoe e Charlotte Gainsbourg, una coppia che ha perso il figlioletto), in una natura ostile, morbosa «chiesa di Satana», l’uomo che odiava le donne (ma lui nega di considerarle tutte streghe…) ascolta il pianto di tutte le cose che muoiono, girando, sulle note di Händel, un film estremo e disturbante di cui non sentivamo un gran bisogno. F. Mol.
Giudizio: 1/5
SCHEDA
REGIA: LARS VON TRIER
SCENEGGIATURA: LARS VON TRIER
FOTOGRAFIA: ANTHONY DOD MANTLE
INTERPRETI: CHARLOTTE GAINSBOURG E WILLEM DAFOE
GENERE: DRAMMATICO
Dan/Ger/Sve/Ita/Pol, 2009, colore e b/n
durata 1' e 44'
DOVE: CINECITY E WARNER
Inviaci il tuo commento
Condividi le tue opinioni su Gazzetta di Parma