Spettacoli
Film recensioni - Tra le nuvole

24 Gennaio 2010 - 10:27
di Filiberto Molossi
Non so come saremo tra vent'anni, né tra dieci: non so nemmeno come (e dove) saremo tra un giorno. O tra un'ora. Ma so con assoluta sicurezza che per sapere come siamo adesso (e in che guaio ci siamo cacciati...) bisogna vedere questo film.
Che, resti tra di noi, è anche la migliore commedia dell'anno. Perché è una rappresentazione lucida e coerente della nostra, incerta, contemporaneità: che no, non è la casa del Grande Fratello dove ragazze col piercing sulla lingua piangono tutto il giorno come viti tagliate. Ma un posto in cui ti licenziano via chat, ti mollano con un sms e agli amici mostri orgoglioso le tessere «millemiglia» come se fossero le foto dei tuoi figli.
In sale d'aspetto sempre uguali dove attendi che la vita si faccia finalmente viva, mentre la tecnologia mette fuori gioco gli ultimi scampoli di umanità e resti in fila al check-in del tuo stesso smarrimento, un grande film su un'epoca precaria.
Là dove la crisi non è solo occupazionale, ma anche, soprattutto, esistenziale, affettiva, etica, relazionale. E colpisce tutti, indiscriminatamente: lasciandoti sospeso, nel sogno che ti eri fatto, in quel lassù di cartongesso. Proprio là, in bilico sul vuoto, «Tra le nuvole».
Fresco vincitore del Golden Globe per la migliore sceneggiatura, già applauditissimo qualche mese fa al Festival di Roma, l'opera terza dell'appena 32enne Jason Reitman (dopo gli scomodi e riuscitissimi «Thank you for smoking» e «Juno»), prende il volo in un presente pieno di turbolenze sedendosi in un posto finestrino accanto a Ryan Bingham, professione tagliatore di teste. Single convinto, teorico dello zaino vuoto (meno ti porti dietro del tuo passato meglio stai...), Ryan è pagato per licenziare la gente: troppi esuberi? «Ristrutturazioni» in vista? Arriva lui a indorare la pillola: alleggerendo, con modi soft e frasi di circostanza, il personale per conto terzi. Inviato in ogni angolo d'America, Ryan trascorre più tempo in aereo che a casa.
E viaggia leggero: il suo appartamento è anonimo come la stanza di un albergo, la sua vita sta in un trolley, la sua famiglia gli è completamente estranea.
Fino a quando la sua incrollabile, serena e svincolata routine non viene messa a dura prova da due donne: Natalie, collega rampante che con un innovativo programma di licenziamenti in video conferenza rischia di rendere inutile il suo lavoro, e Alex, attraente donna manager incontrata tra un arrivo e una partenza...
Tra foto ricordo di posti dove non si è mai stati e gelide e lussuose astanterie da vip class, una commedia del non luogo molto divertente e molto amara che scatta con cinismo e sarcasmo, ma non senza malinconica empatia, la realistica polaroid di un'umanità dismessa e sentimentalmente precaria, capace di accorgersi che tutti hanno bisogno di un co-pilota per decollare, ma non sempre in tempo per evitare di precipitare.
Scritto benissimo, pieno di battute brillanti e di considerazioni appropriate, il film di Reitman, golden boy della new wave hollywoodiana (con una scarpa nella vecchia: suo padre è l'ex ghostbuster Ivan), schiera per lo più nel ruolo dei licenziati gente comune che ha davvero perso il lavoro (e ha rivissuto questa volta per finta, in maniera catartica, quella drammati-
ca esperienza), volando alto nell'immedesimarsi in un protagonista sospeso tra vita reale o solo immagina-
ta, moderno Caronte che rende il limbo tollerante, uomo a parte svuotato di sè, solitario per convinzione e per destino licenziato dalla sua stessa vita.
Un personaggio forte, potente, anche grazie all'interpretazione di un George Clooney mai così misurato e perfetto (accanto a lui, e non per semplice corollario, le brave, ognuna alla sua maniera, Anna Kendrick e Vera Farmiga), (anti)eroe di una commedia romantico-motivazionale che arriva a una nuova consapevolezza (sì, nella vita c'è di più...) non sorridendo al solito happy end ma specchiandosi nella disillusione della perdita.
Giudizio: 4/5
SCHEDA
REGIA: JASON REITMAN
SCENEGGIATURA: JASON REITMAN E SHELDON TURNER DAL LIBRO DI WALTER KIM
FOTOGRAFIA: ERIC STEELBERG
INTERPRETI: GEORGE CLOONEY, VERA FARMIGA, ANNA KENDRICK, JASON BATEMAN
GENERE: COMMEDIA
Usa 2009, colore, 1 h e 49'
DOVE: CINECITY, WARNER-THE SPACE, CRISTALLO (Fidenza)
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Margherita
25 Gennaio @ 18.14
Incantevole attacco...
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