di Michele Ossani
Negli ultimi sette anni è stato il regista di due opere discusse ed estreme come «La passione di Cristo» e «Apocalypto», ma ora Mel Gibson torna al suo primo mestiere, quello di attore. In «Fuori controllo» riempie lo schermo con tale forza e convinzione che diventa l’unica ragion d’essere di un’opera non memorabile. È protagonista nel ruolo a lui congeniale di un detective della polizia di Boston, a cui uccidono la figlia ventiquattrenne sull'uscio di casa. La sua indagine solitaria, in cerca di verità e vendetta, lo porta a contatto con un mondo fatto di spionaggio industriale, traffico d’armi e complotti governativi. È difficile riconoscere il tocco felice e a suo agio nel genere action del Martin Campbell di «Casino Royale» in quest’opera ossessivamente cupa, tra il thriller e il poliziesco. Il regista ha cercato di ridurre le sei puntate di una miniserie da lui diretta per la Bbc negli anni Ottanta, ricavandone un film ingessato. Non gli basta inserire qualche lampo di violenza per movimentare una trama priva di sorprese o di svolte di rilievo. È solo la prova ruvida, introspettiva e sentita di Mel Gibson, un giustiziere per niente stereotipato, a garantire, nonostante sviluppi da sbadigli, un certo spettacolo.
Giudizio: 2/5
SCHEDA
REGIA: MARTIN CAMPBELL
SCENEGGIATURA: WILLIAM MONAHAN E ANDREW BOVELL
INTERPRETI: MEL GIBSON, RAY WINSTONE, DANNY HUSTON, BOJANA NOVAKOVIC, SHAWN ROBERTS, DENIS O'HARE
GENERE: THRILLER
Usa/Gb, 2010, colore 1 h e 57'
DOVE: CINECITY, WARNER - THE SPACE, ODEON (Salsomaggiore)
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