Gianluigi Negri
C'era una volta Joe Dante. Il regista che colorò il Natale di nero, inventandosi diaboliche creature chiamate Gremlins. Quello che mandò in onda la seconda guerra civile americana. Il burattinaio che trasformò dei rassicuranti pupazzi in stile Mattel in piccoli soldati. Il «Peter Pan» che riportò in azione i Looney Tunes. C'era una volta Joe Dante, e c'è ancora. Ma non è più quello di prima. «The hole» (l'ennesimo prodotto in 3D di una stagione nella quale senza «occhiali» non si riesce quasi più a vedere nulla) segna il suo ritorno all’horror, nonché al cinema. Sono lontani i tempi di «Piranha» (1978) e del cult «L'ululato» (1981), e paiono lontani pure i tempi del suo ultimo lungometraggio del 2003, «Looney Tunes: back in action».
Prima di «The hole» (visto a Venezia lo scorso settembre), Dante ha firmato un paio di film tv per la serie «Masters of horror».
E qui, se non fosse per l’idea (neanche tanto originale) di girare tutto in 3D, non va lontano dal prodotto per il piccolo schermo. Non aprite quella botola: e invece, in cantina, al buio e sotto scale scricchiolanti, tre ragazzini commettono il madornale e infernale errore. La curiosità uccise il gatto? Non solo lui, probabilmente. Si aprono le porte dell’oscurità. E, a differenza delle scatole di cioccolatini di Forrest Gump, qui sai già cosa puoi trovarci dentro. E’ proprio questo il limite di «The hole»: sembra di averlo già visto almeno dieci volte. Del resto Dante (che romanticamente e invidiabilmente si ostina a «non voler crescere») indaga sulle paure che ognuno, più o meno, ha provato da bambino. Ma non tutti i film riescono col buco.
Giudizio: 2/5
SCHEDA
REGIA: JOE DANTE
SCENEGGIATURA: MARK L. SMITH
INTERPRETI: CHRIS MASSOGLIA, HALEY BENNET, NATHAN GAMBLE, TERI POLO, BRUCE DERN
GENERE: HORROR
USA, 2009, COLORE 1 H E 38’
DOVE: CINECITY, THE SPACE
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