Francesca Benazzi
Ha indossato gli scomodi panni di chi compie una discesa all’inferno, nell’abisso della guerra: L’attore Giampiero Judica, che ha una formazione americana (ha studiato recitazione e regia all’Actors Studio) ed è anche volto noto del cinema e della televisione italiana, è il protagonista assoluto dell’incalzante ed evocativo monologo «Nema Problema» di Laura Forti, che torna in scena a Teatro Due da dopodomani a domenica 6 febbraio. Una grande sfida attoriale, quella di entrare completamente dentro a una vicenda (basata su una storia vera) dolorosa, di morte e crudeltà, durante il conflitto tra serbi e croati del 1992, nella polveriera dell’ex Jugoslavia.
«E' stato come entrare in un tunnel - spiega Judica - Il regista Pietro Bontempo voleva entrarci completamente, nel modo più antiteatrale possibile, cercando la massima autenticità e adesione alla realtà. E’ nato un lavoro che ha l’ambizione di creare nello spettatore una sorta di dubbio: capita che qualcuno alla fine mi chieda com'era veramente là, per la forza del racconto e delle immagini evocate». In realtà, prosegue, «all’inizio ero molto spaventato, poi ho incontrato e conosciuto il ragazzo sulla cui storia l’autrice si è basata per la scrittura del testo e mi sono anche un po' ispirato a lui. Negli Stati Uniti poi avevo già respirato quest’atmosfera interpretando 'La polveriera', con attori serbi e croati. Ho cercato, anche lavorando con l’improvvisazione, di rivivere il più possibile quello che raccontavo, in modo che il pubblico poi lo potesse vivere con me».
«Nema Problema», prodotto da Fondazione Teatro Due, già lo scorso anno «aveva suscitato reazioni forti - ricorda Judica - soprattutto tra i giovani: erano tutti molto incuriositi e partecipi, tanto che quest’anno sono previste anche repliche per le scuole superiori». Intanto l’attore continua ad alternare il teatro al cinema (dove ha interpretato, tra gli altri, «La doppia ora», «L’uomo perfetto», «Melissa P.»), oltre ad alcune fiction televisive (è stato già protagonista di «Medicina generale» e «Ris - Delitti imperfetti»). Sta infatti girando due nuove serie tv per Raiuno: «Il commissario Nardone», che andrà in onda in febbraio, ambientata nella Milano anni '50 e '60, e «Che dio ci aiuti». Tra i progetti al cinema è invece impegnato con Federica Pontremoli e Indiana Production nella sceneggiatura e produzione della «Storia controversa dell’inarrestabile fortuna del vino Aglianico nel mondo», dal romanzo di Gaetano Cappelli. «Quando fai teatro ti senti più artigiano rispetto a quando fai l’attore per il cinema o la televisione- dice Judica - , è un po'come buttarsi senza rete, è più adrenalinico e stimolante creativamente. Il teatro rimane il regno principe dell’attore, mentre il cinema appartiene più al regista. Però davanti alla macchina da presa puoi lavorare più sulla costruzione del dettaglio - conclude - e cesellare il personaggio con un lavoro quasi da chirurgo».
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