Lucia Brighenti
Il Teatro Municipal de Lima riapre dopo 12 anni di chiusura con la Messa da Requiem di Verdi e, ad avere l’onore di dirigere, sarà una giovane bacchetta parmigiana: Matteo Pagliari, pianista e direttore d’orchestra, che nel biennio 2009/10 ha ricoperto la carica di direttore principale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale del Perù.
Come è nato questo impegno?
«L'invito mi è stato fatto due anni fa quando ero direttore principale dell’OSN, e ne sono orgoglioso. Fa un certo effetto andare a Lima per inaugurare un teatro che riapre (dopo l’incendio del 1998) mentre qui in Italia molti sono a rischio di chiusura. Dirigerò anche l’inno del Perù».
Com'è stata l’esperienza con l’OSN e perché si è dimesso?
«Nell’anno e mezzo in cui ho lavorato con l’OSN c'è stato un salto di qualità dell’orchestra e un aumento del pubblico giovane, che ha ricominciato a seguire i nostri concerti dopo anni di latitanza. Lima mi ha dato molto, tuttavia le mie esigenze professionali, per giustificare una trasferta così impegnativa, non combaciavano con quanto erano disposti a offrirmi, non tanto in termini economici quanto in termini di condizioni lavorative».
È la prima volta che dirige la Messa da Requiem di Verdi?
«Sì, è il mio debutto e ne sono davvero felice. Il Requiem è una partitura lunghissima che però risulta condensata in un nucleo e quel nucleo è il 'Dies irae': una sua cellula melodica percorre sotterraneamente tutto il Requiem insieme a un elemento ritmico inquieto. Anche il 'Libera me Domine' è interrotto da un ritorno del 'Dies irae' e in questo ritorno c'è la domanda: "saremo davvero liberi?". Sono elementi che dimostrano una speculazione: Verdi era un credente tormentato e questo si sente».
Qual è la versione del Requiem che ami di più?
«Il più bel Requiem del mondo per me è quello di Toscanini: con tutte le sue asprezze, il suo modo di dirigere ha in sé qualcosa di vero. Tra i viventi, credo che Muti sia il più grande verdiano».
Cosa pensa della situazione musicale italiana, dopo il reintegro dei finanziamenti al FUS?
«Penso che bisognerebbe fare un monumento a Muti, per quanto ha fatto incontrando Tremonti. I finanziamenti rimangono però molto bassi e si dovrebbero canalizzare meglio le risorse, eliminando gli sprechi senza fare tagli indiscriminati».
Pagliari partirà per Lima l’11 aprile per iniziare le prove della Messa da Requiem che verrà eseguita il 19 e 21 aprile, inserita nel Festival «Alejandro Granda». Nel cast Radostina Nikolaeva, Elisabetta Fiorillo, Gregory Kunde e Orlin Anastassov. In giugno il giovane direttore sarà poi a Belgrado per dirigere l’Orchestra Filarmonica di Belgrado in un repertorio romantico: «è una signora orchestra e con Mendelssohn e Schumann mi sento a casa», conclude.
Inviaci il tuo commento
Condividi le tue opinioni su Gazzetta di Parma