Giulio Alessandro Bocchi
Musica e beneficenza si sono unite sabato sera al Teatro Regio dando vita a un evento particolarmente importante per raccogliere fondi a favore della realizzazione di due sale operatorie nel Reparto Maternità dell’Ospedale Pediatrico N.P.H. (Nuestros Pequeños Hermanos) St. Damien di Haiti che nel gennaio del 2010 è stata vittima di un terribile terremoto.
La serata, voluta dall’Associazione dei Cavalieri degli Ordini Dinastici della Reale e Ducale Casa di Borbone Parma, ha contribuito quindi a sostenere l’operato della Fondazione Francesca Rava insieme a Nuestros Pequeños Hermanos. Se nel pubblico, sabato sera, è sembrato esserci molto interesse per gli ospiti del palco reale, tra i quali erano presenti anche la principessa Margherita e la duchessa Anna Maria di Borbone, oltre al prefetto Viana e al commissario vicario Formiglio, il palcoscenico non ha meritato certo meno attenzioni. Dopo i ringraziamenti rivolti a tutti coloro che hanno reso possibile la serata da Maria Vittoria Rava, sorella di Francesca e presidente della Fondazione, infatti, si è esibito un musicista che non ha bisogno di presentazioni, come Salvatore Accardo. Con il celebre violinista e direttore, sul palco è salita l’Orchestra da Camera Italiana proponendo un piacevole programma con gli strumenti ad arco come protagonisti, in un repertorio che spaziava tra la fine del Settecento e il primissimo Ottocento.
Nella prima parte del concerto Accardo è stato solista e ha affrontato il Concerto in si bemolle maggiore D. 117 di Giuseppe Tartini e le Variazioni per violino e orchestra su “Il Carnevale di Venezia” di Nicolò Paganini mettendo in luce soprattutto la sorprendente agilità della mano sinistra, in un interpretazione molto applaudita.
Nella seconda parte, invece, ha lasciato il suo strumento, dirigendo l’orchestra nel Divertimento per archi in re maggiore K. 136 e la Sonata per archi n. 2 in la maggiore, scritto da Gioachino Rossini, quando aveva soltanto 12 anni, per un insolito quartetto d’archi con il contrabbasso al posto della viola. Se nella prima parte non è stato proposto nessun bis, forse per rispetto al celebre motto del violinista virtuoso per eccellenza (“Paganini non ripete”), alla fine, spronati anche dagli applausi del pubblico, i musicisti non hanno esitato a proporre un brano di Piazzolla.
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