di Vincenzo Raffaele Segreto
Qualche decina di chitarristi tra orchestre, solisti, ensemble, partecipanti al Concorso per giovani concertisti e alle Masterclass e, in più, le chitarre esposte nella mostra di liuteria: quante corde fanno? Un tripudio di chitarre e chitarristi che, come dev’essere per un Festival, quello Internazionale della Chitarra «Paganini» inaugurato col prestigioso concerto di Jordi Savall e Rolf Lislevand al Regio, ora è «partito» per una intensissima tre giorni in cui le occasioni musicali, al Teatro Cinghio che ne è la sede principale, ma non solo, si intrecciano numerose. A cominciare da venerdì scorso, con ben quattro concerti a succedersi: il pomeriggio la Lybra Guitar Orchestra e Martín Madrigal, la sera Francisco Bernier e Giulio Tampalini, oltre all’inaugurazione della Mostra di liuteria... Proprio al Teatro Cinghio abbiamo seguito venerdì la prima serata: anzi, una doppia serata, poiché due erano i concerti, due i musicisti, due i temi musicali: prima lo spagnolo Francisco Bernier, quindi l’italiano Giulio Tampalini. Manco a dirlo, tutto spagnolo il primo programma, tutto italiano al secondo. Francisco Bernier ha eseguito musiche di Fernando Sor, le Variazioni sul Flauto magico, quindi di Turina la Sonata in re maggiore dedicata a Segovia, quindi due brani dalla Suite española di Isaac Albeniz che, pianistici in origine, fanno ormai parte del più classico repertorio chitarristico, e poi gran finale con la Fantasia su La traviata e la Gran jota da concerto di Francisco Tarrega, bissati con i celeberrimi Recuerdos de la Alhambra. Decisamente meno consueto il programma offerto da Tampalini che, dopo cinque Capricci da Goya di Castelnuovo-Tedesco, ha inanellato una serie di pagine di molto meno conosciuti autori italiani della prima metà del ‘900, Mozzani, Terzi, Beccuti, Serafino, Coletta, Martula, tutti caratterizzati da un linguaggio tanto piacevole quanto rétro, per non dire addirittura postumo. Eccellenti i due chitarristi, ben differenziati tra loro come tecnica e soprattutto come suono e tipologia di fraseggio: come dev’essere per un Festival come questo, che è anche passerella di interpreti. Applauditissimi entrambi.
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