Spettacoli
Fiorella Mannoia al Regio: "Canto i destini di tutti i Sud"

16 Maggio 2012 - 18:39
di Giulia Viviani
Non sono una sciocca, né una presuntuosa, non penso che le mie canzoni possano cambiare il mondo, ma se anche una sola persona ricevesse la spinta ad informarsi e magari cambiare opinione, sarei felice». Fiorella Mannoia, farà tappa venerdì al Teatro Regio con il tour di «Sud», l’ultimo intenso album incentrato sui temi che accomunano «tutti i sud» del mondo, anche il Meridione italiano: «Lo spunto è partito leggendo “Terroni” di Pino Aprile e scoprendo che la storia del sud Italia pre Risorgimento non è esattamente come ce l’hanno raccontata. Come molti altri posti del sud del mondo, il Meridione è stato saccheggiato e poi abbandonato a se stesso. Stesso destino dell’Africa o del Sudamerica, dove siamo artefici della povertà d’intere popolazioni». È un fiume in piena Fiorella Mannoia, pasionaria che sorprende ancora una volta con un disco tremendamente attuale, che ruota attorno alla tematica della migrazione. Come la canzone «Non è un film», scritta e interpretata con Frankie Hi-Nrg, che si è aggiudicata il Premio Amnesty Italia, riconoscimento che l’organizzazione non governativa assegna ogni anno al migliore brano sul tema dei diritti umani: «Mi sono rivolta a Frankie perché affrontasse il tema della migrazione andando dritto al punto, senza metafore o giri di parole. Ne è nato un testo che amo moltissimo, ma stiano tranquilli tutti i rapper d’Italia, non ho intenzione d’invadere territori altrui, quello che faccio nella canzone è un recitato a tempo, non un vero rap».
Tra l’altro Frankie Hi-Nrg è ospite fisso del «Sud tour» e sarà quindi sul palco del Teatro Regio, da dove risuonerà anche una particolare versione «africana» del suo successo, «Quelli che ben pensano». Ma come si lavora su temi così complessi? «Questo disco si è portato dietro un sacco di storie di musicisti stranieri con cui collaboro da anni. Da loro ho appreso la storia di Thomas Sankara, presidente del Burkina Faso, assassinato per essersi messo contro le grandi potenze occidentali. A lui ho voluto dedicare l’album». Proprio dall’emozione di ascoltare certe storie, la Mannoia ha tratto l’ispirazione e la forza per compiere un passo mai fatto prima, diventare autrice dei propri testi: «Perché solo adesso? Non lo so, penso che le cose accadano quando devono accadere. Certi stimoli mi hanno spinto a prendere carta e penna e poi, visto che sono molto autocritica, ho chiesto consiglio. Per “Se solo mi guardassi”, ad esempio, mi sono rivolta ad Ivano Fossati che è uno che non sa mentire». Per Fiorella Mannoia, le parole riflettono un impegno concreto, come dimostra il suo sostegno al Progetto Axè che da vent’anni in Brasile recupera i giovani emarginati attraverso l’arte. Cinque di questi ragazzi, diventati ormai professionisti, sono musicisti e ballerini proprio nel «Sud tour». Protagonista negli anni di tanti concerti a Parma, Fiorella Mannoia porta con sé un ricordo speciale del Teatro Regio nelle parole di suo padre: «Quando ero piccola, lui che era di origini siciliane e amava molto la lirica, mi ripeteva spesso che un’opera per essere un successo doveva superare l’esame delle due “P”, i teatri di Parma e Palermo».
Tra l’altro Frankie Hi-Nrg è ospite fisso del «Sud tour» e sarà quindi sul palco del Teatro Regio, da dove risuonerà anche una particolare versione «africana» del suo successo, «Quelli che ben pensano». Ma come si lavora su temi così complessi? «Questo disco si è portato dietro un sacco di storie di musicisti stranieri con cui collaboro da anni. Da loro ho appreso la storia di Thomas Sankara, presidente del Burkina Faso, assassinato per essersi messo contro le grandi potenze occidentali. A lui ho voluto dedicare l’album». Proprio dall’emozione di ascoltare certe storie, la Mannoia ha tratto l’ispirazione e la forza per compiere un passo mai fatto prima, diventare autrice dei propri testi: «Perché solo adesso? Non lo so, penso che le cose accadano quando devono accadere. Certi stimoli mi hanno spinto a prendere carta e penna e poi, visto che sono molto autocritica, ho chiesto consiglio. Per “Se solo mi guardassi”, ad esempio, mi sono rivolta ad Ivano Fossati che è uno che non sa mentire». Per Fiorella Mannoia, le parole riflettono un impegno concreto, come dimostra il suo sostegno al Progetto Axè che da vent’anni in Brasile recupera i giovani emarginati attraverso l’arte. Cinque di questi ragazzi, diventati ormai professionisti, sono musicisti e ballerini proprio nel «Sud tour». Protagonista negli anni di tanti concerti a Parma, Fiorella Mannoia porta con sé un ricordo speciale del Teatro Regio nelle parole di suo padre: «Quando ero piccola, lui che era di origini siciliane e amava molto la lirica, mi ripeteva spesso che un’opera per essere un successo doveva superare l’esame delle due “P”, i teatri di Parma e Palermo».
I biglietti disponibili sono in vendita presso: Arci Parma, Via Testi, 4. Per informazioni: 0521.706214.
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CLAUDIO
17 Maggio @ 00.15
Se un cantante dicesse (canto per il NORD del mondo) direbbero immediatamente che e razzista. CHI SONO I VERI RAZZISTI? Mennea il grande velocista italiano (aveva detto dedico le mie vittorie al sud ITALIA,avevo 10 anni e ho pianto perche ero un suo accanito fans) Certe cose non si dimenticano,io ho conosciuto persone del sud meravigliose e non credo che dicendo queste cose si possa migliorare la coesistenza tra tutti gli italiani. Sono deluso anche da questa cantante,pensavo fosse più intelligente. CLAUDIO LIBERO OPINIONISTA OPINABILE
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