Lucia Brighenti
Leo Nucci, il volto di «Rigoletto» del prossimo Festival Verdi, parla del Regio di Parma e del perché ha deciso di mettersi in prima linea per garantire la riapertura del teatro, in ottobre. L’occasione è la sua presenza a Busseto dove, dopo il successo della 50^ edizione del Concorso Internazionale Voci Verdiane, porta avanti il progetto di un centro di alta formazione per il canto lirico di cui il celebre baritono sarà responsabile didattico. «Per quanto mi riguarda, - spiega Nucci - oggi potrei fare il nonno a tempo pieno, ma ho la fortuna di aver vissuto questo mondo che mi ha allontanato dai fatti quotidiani e terreni e non lo voglio tradire. Nella mia vita non ho mai tradito nessuno, meno che mai il mio mestiere. Ho parlato recentemente con un regista e direttore di teatro e sono d’accordo con quanto dice: il Teatro Regio di Parma va aperto, perché se chiude non riapre più. Ci sono troppe trame e giochi inutili: credo che certe prese di posizione siano strumentali e sbagliate se si ama il teatro. Io ci ho messo la faccia senza secondi fini, non lo faccio contro qualcuno, perché ho lavorato anche con la vecchia dirigenza, sarebbe assurdo. Ci ho messo la faccia semplicemente perché credo nel Festival Verdi, che ha dato tanto lustro alla città. Per me è anche un atto di riconoscenza verso quelle centouno persone di Parma che hanno firmato per darmi la cittadinanza onoraria: ora voglio fare qualcosa per la “mia” città». Riguardo alla lettera aperta alla città di Michele Pertusi, pubblicata sulla «Gazzetta di Parma» lunedì, Nucci dice: «condivido molte cose dette da Michele»; poi, senza esprimersi sulla scelta di escludere l’Orchestra del Teatro Regio dal Festival Verdi («so che ci sono state problematiche amministrative - dice - ma io parlo solo come cantante»), aggiunge: «se ci fosse un’altra amministrazione non cambierebbe nulla nel mio modo di agire». Nucci dunque lavora per passione, o meglio «per amore», come tiene a sottolineare, lo stesso amore per cui ha deciso di dedicarsi ai giovani cantanti, pilastri della lirica di domani: «è l’inizio di un percorso - spiega - che con il Comune di Busseto e la direttrice artistica del Concorso Voci Verdiane, Cristina Ferrari, vogliamo portare avanti. Un percorso molto serio rivolto a veri talenti. Quando si parla di giovani, spesso si sprecano parole e demagogia. Noi abbiamo la “presunzione” di fare un percorso che si distingua, offrendo insegnanti scelti oculatamente. Una serietà già dimostrata con il concorso Voci Verdiane che si è concluso con una votazione all’unanimità. Tutti i vincitori stanno già lavorando. Oggi iniziamo ad ascoltare delle voci, il più giovane ha quindici anni altri sono cantanti già esperti, per capire quali sono le potenzialità, non solo in Italia. Il nostro vuole infatti essere un discorso internazionale». La scuola di alta formazione aprirà nell’autunno 2013, spiega Cristina Ferrari: «nel frattempo stiamo lavorando con l’Ufficio Formazione della Regione Emilia Romagna per definire tutti gli aspetti di questo progetto».
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Cris
08 Ottobre @ 14.27
Bruson molto meglio di Nucci. Comunque con il cachet che il "filantropo" Nucci chiede, Parma potrebbe sostenere una stagione lirica di tutto rispetto. Il regio è stato gestito da un amministrazione scandalosa
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carlottap
14 Settembre @ 23.09
Nucci e' un baritono. Bruson un artista.
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riccardo
07 Settembre @ 16.34
Sarebbe davvero una bella idea quella di coinvolgere anche Bruson. Almeno ci sarebbe qualcosa di nuovo rispetto alle solite inflazionate presenze!!!
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pierangela
07 Settembre @ 09.07
Perché non è stata data la cittadinanza anche a Bruson?? E' stato uno dei migliori artisti che abbiano cantato in città. Che espressività, che timbro... Certo adesso ha la sua età e la voce sarà cambiata, ma anche quella di Nucci ora non è certo una voce da manuale...
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primularossa
06 Settembre @ 19.40
Bruson era un artista raffinatissimo. Mi piacerebbe che collaborasse con Parma. Ma adesso non è alla Scala? Vero baritono verdiano, grande uomo!!!
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