Lucia Brighenti
Non stupisce che Jessica Pratt abbia conquistato, nel giro di un anno, le platee del Teatro dell’Opera di Roma, del San Carlo di Napoli, della Fenice di Venezia. Basta vederla su un palcoscenico cantare con facilità, sola, per oltre un’ora e mezza, le complesse arie del belcantismo italiano, suo cavallo di battaglia, concedendosi solo qualche pausa per bere un po’ d’acqua.
Così è stato venerdì sera all’Auditorium del Carmine dove ha cantato per gli Amici della Lirica del Cral Cariparma in un concerto sostenuto da Abax Arts and Crafts e ospitato dal Conservatorio «Boito». Classe, facilità estrema di emissione, agilità nei virtuosismi e qualità interpretative hanno conquistato senza riserve il pubblico accorso, numerosissimo, per l’occasione (tra cui sedevano il prefetto Luigi Viana e i rappresentanti delle istituzioni e associazioni musicali cittadine). Il concerto nasceva sulla scia di quello organizzato dagli Amici della lirica del Cral Cariparma il 17 luglio, che aveva riscosso un grande successo grazie alla presenza di Desirée Rancatore, Michele Pertusi, Celso Albelo, Vladimir Stoyanov e Rossana Rinaldi. Come in quell’occasione il ricavato della serata è andato al comune di Novi: «Abbiamo scelto Novi – ha spiegato il presidente degli Amici della lirica, Paolo Zoppi – perché è uno dei più colpiti dal terremoto e perché è spesso rimasto fuori dalla generosità delle istituzioni. Con questa serata potremo dare maggiore corpo al nostro aiuto». Il concerto è iniziato da Rossini, ultima propaggine del belcantismo italiano, con il commovente canto dall’Otello, «Assisa a piè di un salice» e con la virtuosistica pagina dalla Semiramide «Bel raggio lusinghier». Poi Donizetti, con la meno nota Linda di Chamounix e la celebre Lucia di Lammermoor, nel cui ruolo Jessica Pratt ha trionfato a Napoli. Infine due magnifiche pagine da Bellini, tratte dai Capuleti e Montecchi e da La sonnambula, sempre accompagnate dall’«orchestra» evocata dalle dita di Simone Savina, al pianoforte. Al termine del programma ufficiale il pubblico non era sazio e ha chiesto a gran voce i bis, generosamente elargiti: «Care compagne» ancora dalla Sonnambula; poi «Glitter and Be Gay» dal Candide di Bernstein: per cantarlo Jessica Pratt si è tolta con nonchalance le scarpe e si è fatta attrice strappando a Parma, come al Teatro dell’Opera di Roma, applausi appassionati; infine un omaggio a Verdi, «Sempre libera degg’io», per lasciare il pubblico con un arrivederci a ottobre, quando debutterà al Teatro Regio nel ruolo di Gilda.
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