E' un vetro che trema, è un pallone che rimbalza sul nulla, è il respiro, esatto, di un attimo. Perché è di quello che si tratta: del peso, apparentemente insignificante e invece intollerabile, di un istante. Che poi è il tempo in cui tutto accade: lo stesso dello sgomento, dello stupore, dell’incredulità. E dell’impossibile. L'onda mostruosa dello tsunami si abbatte sullo schermo: e lo fa con una storia vera e a tratti anche molto cruda che mescola con disinvoltura genere catastrofico, survival movie e dramma familista per restituire sì un senso a quei tragici momenti del dicembre 2004, ma soprattutto per celebrare - nell’umanissimo riemergere da un’apnea anche metaforica -, la più ostinata, e folle e indistruttibile, fede nella speranza, là dove sembra che non ci sia più spazio né margine per niente, nemmeno per lei.
Ansiogeno già dalla prima inquadratura, «The impossible», opera seconda del 38enne spagnolo Juan Antonio Bayona (che si è guadagnato i gradi con «The orphanage»), nel rievocare il maremoto che devastò la Thailandia (e non solo) segue - passando continuamente dal particolare all’universale, dall’aspetto più intimo e privato a quello pubblico e collettivo di una tragedia «globale» -, la vicenda di una famiglia (lui, lei e tre figli piccoli) divisa, spezzata, dall’onda che la investe mentre si trova in vacanza. Ne esce un film nettamente diviso in due parti, la prima, dominata dalla furia degli elementi (davvero impressionante la sequenza dello tsunami, che supera per efficacia quella vista in «Hereafter») dove è la madre a dominare la scena e una seconda in cui è il padre a prendere il sopravvento. Un doppio punto di vista, ma anche un duplice registro: se infatti inizialmente, complici anche gli strappi violenti del montaggio e la macchina a mano onnipresente, prevale un timbro horror, col susseguirsi dei minuti il film perde un po' di tensione, flirtando col thriller, ma diventando anche (e la musica non aiuta) un po' più prevedibile. Tra dovere della solidarietà e tempo delle responsabilità, Bayona, nell’inno a una vita più forte di tutto, riesce però a fare di «The impossible» un film a suo modo terribile, molto fisico, lacerato, straziato, esausto. Come l’interpretazione, soffertissima e generosa, di Naomi Watts, madre coraggio da nomination all’Oscar. F. Mol.
Giudizio: 3/5
SCHEDA
REGIA: JUAN ANTONIO BAYONA
SCENEGGIATURA: SERGIO G. SANCHEZ DAL LIBRO DI MARIA BELÓN
INTERPRETI: NAOMI WATTS, EWAN MCGREGOR, TOM HOLLAND, SAMUEL JOSLIN, OAKLEE PENDERGAST, GERALDINE CHAPLIN
SPAGNA 2012, COLORE, 1h e 54'
GENERE: DRAMMATICO
DOVE: THE SPACE BARILLA CENTER E THE SPACE CINECITY
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