Paride Sannelli
«Com'è simpatica questa... vita spericolata». In prova nei saloni di un grande albergo perso nella campagna emiliana dalle parti di Pieve di Cento, Vasco Rossi non ci pensa due volte a cambiare le parole di «Domenica lunatica» per liberare la gioia di questo suo nuovo inizio, dopo aver definitivamente debellato il batterio che l'ha messo nell'angolo negli ultimi due anni segregandolo dal mondo. E che stia veramente bene lo leggi ogni volta che alza quello sguardo da ragazzo verso la trentina di fans accolti in un angolo della sala prove per regalargli in anteprima un assaggio dello spettacolo (il Live Kom '013) atteso allo Stadio Olimpico di Torino per quattro sere - il 9, 10, 14, 15 giugno - e al Dall'Ara di Bologna per tre - il 22, 23 e 26 - davanti a circa a 260 mila spettatori complessivi.
«Non mi piace lasciare le cose a metà, anche se per cause di forza maggiore» spiega lui. «Durante la malattia, infatti, ho pensato che se devo proprio morire, preferisco farlo sul palco che su un letto d'ospedale».
(...) Le «dimissioni da rockstar» sono state frutto della depressione di quel periodo?
«Sì, ma come vedete sono state respinte. Ero stanco di tutto, volevo decostruire l'idolo degli stadi e rivalutare il Vasco cantautore. Mi ero rotto. Ho pensato pure al suicidio, ma penso che capiti a chi vive una malattia dura di cui non riesce a vedere l'epilogo»
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marco
31 Maggio @ 22.19
Eh no, Vasco, sei un uomo vecchio.
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Francesco
31 Maggio @ 17.32
Alla faccia di chi lo voleva morto artisticamente già 15 anni fa. Alla faccia di chi lo raccontava ammalato di cancro con l'espressione goduta del tipo "eh, sai, io ho le mie fonti, e tu povero pezzente di un fan sfegatato invece no". GRANDE VASCO... eh già, in 4 parole: lui è ancora qua!
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cristina
31 Maggio @ 17.03
Help!!!! fermatelo, fatelo solo cantare non parlare. Grazie
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