Manifestazione «no mask», attimi di tensione davanti alla Cittadella. «No alle mascherine» e «no alla dittatura sanitaria». Sono alcuni degli slogan gridati da oltre un centinaio di persone che ieri pomeriggio intorno alle 15 si sono ritrovate all'ingresso principale della Cittadella in viale delle Rimembranze. La manifestazione ricalca quelle già viste dei cosiddetti negazionisti e ieri è andata in scena anche in altre città italiane, come Torino e Venezia.
Come spiegano alcuni partecipanti, si tratta di un movimento spontaneo. Grazie, infatti, al tam tam sui social, l'iniziativa ha radunato centoventi persone, non solo di Parma ma arrivate anche da alcune città vicine come Reggio e Modena. Obiettivo era quello, dopo essersi ritrovati davanti all'ingresso principale del parco, di fare «una passeggiata fino in centro» per protestare contro le attuali norme anti-Covid, che impongono mascherine e distanziamenti.
Un proposito che, però, è stato bloccato dall'intervento della polizia.
Uomini della questura, con l'ausilio di carabinieri e polizia locale, hanno infatti ricordato ai presenti che la manifestazione non era autorizzata. Molti dei partecipanti non indossavano le mascherine e così per quattro di loro sono scattate le sanzioni. Inoltre, una trentina dei presenti è stata identificata, mentre tutti quelli che si sono radunati davanti alla Cittadella sono stati individuati dalla polizia.
I promotori di questo pomeriggio «no mask» rischiano anche una denuncia per manifestazione non autorizzata. C'è stato, inoltre, anche qualche attimo di tensione nel momento in cui alcuni hanno protestato nei confronti della polizia che chiedeva d'identificarli, ribadendo l'intenzione di volersi spostare in centro. La tensione è, comunque, successivamente calata quando i manifestanti hanno optato per un «percorso alternativo».
Hanno, infatti, varcato il portone d'ingresso della Cittadella e hanno raggiunto il campo centrale, dove si sono messi in cerchio scandendo a gran voce «Libertà, libertà», «Verità, verità», ma anche «Bimbi a scuola», oltre all'Inno di Mameli. «La libertà è un dovere» si leggeva su un cartello portato da un uomo. Ce n'era anche un altro, tra i tanti, che invece recitava «(Psico)pandemia = dittatura sanitaria».
«Noi non siamo contro qualcosa - ha accettato di spiegare una ragazza - ma per la libertà che è garantita dalla Costituzione». L'happening è continuato con qualche altro girotondo e slogan fin dopo le 16 quando il gruppo, complice anche il fatto che la Cittadella è stata chiusa per l'allerta vento, si è sciolto. Non prima, però, di essersi dati appuntamento alla prossima volta. «Non pensavo che saremmo stati tanti - ha dichiarato uno dei “leader” della protesta -. La prossima settimana potremmo ritrovarci ancora».
Mentre i manifestanti hanno preso la via dell'uscita, altri frequentatori del parco che si trovavano lì si sono dichiarati contrari alle ragioni della protesta appena andata in scena e a cui avevano appena assistito. «Io la mascherina la porto - ha commentato un giovane in sella alla bici - ed evito gli assembramenti. Non sono certamente d'accordo su tutto quello che prescrivono le norme, ma le regole vanno rispettate. E togliersi la mascherina e stare gli uni vicini agli altri come hanno fatto queste persone non mi sembra il modo giusto di protestare, perché la mascherina è indispensabile per non ammalarsi».
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