Salute

Parto senza dolore, ideato a Parma un sistema che valuta in modo accurato la sofferenza materna: per un'epidurale più efficace

Monica Tiezzi

Parma si conferma punto di riferimento nazionale per l’anestesia ostetrica. Con oltre un migliaio di peridurali eseguite ogni anno (1.370 nel 2024), un servizio attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e la presenza costante di un medico anestesista dedicato in sala parto.
«L’ospedale Maggiore non offre solo assistenza di eccellenza, ma porta avanti anche una ricerca d’avanguardia che guarda al futuro. Insieme a Bologna, l’Azienda ospedaliera universitaria di Parma rappresenta uno dei poli regionali con il maggior numero di peridurali posizionate (1.370, pari al 55% dei 2.490 effettuati nel 2024), a testimonianza di un’esperienza consolidata e riconosciuta (la media regionale è 33.9%)» spiega Elena Bignami, direttrice della Seconda Anestesia e Rianimazione del Maggiore e della scuola di specializzazione in Anestesia rianimazione e terapia intensiva e del dolore dell'Università di Parma e presidente Siaarti (Società italiana anestesia rianimazione e terapia intensiva e del dolore).
«La percentuale di posizionamento del catetere per la somministrazione di analgesia si conferma costante e alta: negli anni 2021-2023 si è attestata intorno al 44%, nonostante le difficoltà legate alla pandemia» dice Bignami.
In Emilia-Romagna sono 16 i centri che offrono un servizio di analgesia del parto (non tutti attivi 24 ore su 24 e 7 giorni su 7), mentre restano tre i punti nascita privi di questa possibilità.
Un gruppo di medici della Seconda Anestesia e Rianimazione,guidato dalla professoressa Bignami, ha ideato e testato, nel reparto di Ginecologia-ostetricia del Maggiore diretto da Roberto Berretta, un innovativo sistema per valutare in modo tempestivo e accurato l’efficacia dell’analgesia peridurale, ossia il famoso “cateterino” che toglie il dolore del travaglio.
«Il sistema si chiama “Conpain” (acronimo di contraction pain index) ed è stato recentemente pubblicato sull’International journal of obstetric anesthesia. Tra i firmatari dell'articolo c'è Alberto Calabrese, ideatore e responsabile della prima raccolta dati, che ha contribuito in prima persona a definire i dettagli e la struttura di questo nuovo indice» dice Bignami.
Oggi, spiega ancora la presidente Siaarti, il dolore del travaglio viene valutato soprattutto con una scala numerica: la donna indica da 0 a 10 quanto è intenso il dolore. «Un metodo utile ma talvolta impreciso, poiché ogni donna ha una diversa soglia di tolleranza, influenzata anche da fattori psicologici e culturali. Il nuovo indice, invece - dice Bignami - combina il racconto della mamma con il tracciato del monitor cardiotocografico che registra le contrazioni uterine. Per brevi fasi della partoanalgesia, la partoriente è invitata a segnalare l’“inizio” e la “fine” del dolore associato a ciascuna contrazione. La durata così percepita viene confrontata con quella reale della contrazione, registrata dal monitor: in questo modo si ottiene un rapporto che fotografa in maniera oggettiva quanto dolore rimane. Più l’analgesia funziona, più la porzione dolorosa della contrazione si riduce».
I primi risultati dimostrano che Conpain consente di individuare più rapidamente, rispetto alle scale tradizionali, l’efficacia della peridurale, offrendo ai medici uno strumento in più per monitorare e migliorare la qualità dell’analgesia durante il travaglio.
«Un’ulteriore prospettiva è utilizzare l’indice per personalizzare la partoanalgesia, adattando la somministrazione dell’anestetico in modo mirato e con il minimo dosaggio efficace per ogni donna» spiega Bignami.
Ma la sfida futura è ancora più affascinante. Con l’aiuto delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale, Conpain potrà essere integrato nei sistemi di monitoraggio, fino a consentire un controllo continuo e persino a distanza dell’efficacia del cateterino peridurale. Un passo avanti che aprirebbe nuove possibilità non solo per la pratica clinica quotidiana, ma anche per la ricerca scientifica.
«Il nostro obiettivo – conclude la professoressa Bignami – è rendere il parto un’esperienza più sicura e serena per ogni donna, unendo la tradizione clinica di Parma alle potenzialità della ricerca e delle nuove tecnologie».