Video
Gossip, Fun, Spettacoli
manifestazione
Notiziepiùlette
Teatro
Flavia Armenzoni
di Valeria Ottolenghi
Letizia Quintavalla e Bruno Stori hanno creato insieme opere indimenticabili, senza tempo, capaci di penetrare nel profondo di adulti e bambini, con echi d’emozioni dalle onde lunghe, pensieri che si perdono in zone segrete ma che, così si sente, continuano a pulsare anche quando l’incontro con i loro spettacoli si è allontanato. Tra questi capolavori c’è sicuramente «Con la bambola in tasca», che, a vent’anni dal debutto, si è comprensibilmente pensato di far ritornare al Teatro al Parco per la stagione ragazzi, e con la prima delle interpreti, Flavia Armenzoni.
In questo spettacolo, che vede ogni volta come protagonista una bambina del pubblico, scelta al momento, la fiaba russa «Vassilissa la Bella» di Afanasiev assorbe al proprio interno, e rilancia con grande sensibilità, teatralmente, l’intelligente, stimolante interpretazione di Clarissa Pinkola Estés che, in «Donne che corrono coi lupi», nel capitolo dedicato proprio a Vassilissa, che diviene anche «la Saggia», si sofferma sul valore dell’intuito, «tesoro della psiche femminile». In questa produzione Briciole/ Solares di Stori (testo)/ Quintavalla (regia), perfetta la musica, dolce, un ritmo quieto, di Alessandro Nidi, è proprio la bambola - nella tasca di quella sorta di grembiulino che viene fatto indossare alla bambina prescelta, insieme al fazzoletto rosso in testa - a rappresentare quell’intuito che deve essere costantemente nutrito (un gesto che bisogna imparare, una sorta di rito rassicurante) per affrontare le prove indicate dalla Baba Jaga, così come le difficoltà della vita nel diventare grandi. Espressioni/ smorfie che si ripetono a rappresentare i vari personaggi, la fiaba che ritorna più volte nella sua narrazione o come semplici gesti che ricordano le tappe del racconto, un alone di mistero per chi sta dietro quel telo dove è dipinto il fuoco (accadono cose strane e appariranno anche due mani rosse, in alto): è la madre, un passaggio «al femminile», a lasciare, prima di morire, a Vassilissa il dono della bambola con il suo significato più vero, la capacità di ascoltare se stessa, avere fiducia nelle proprie forze. Così riuscirà a superare le prove della Baba Jaga, che si presenta sì come una sorta di strega, ma che in verità saprà dimostrare alla bambina, attraverso quella «bambola in tasca», che può andare avanti da sola, affrontare anche la cattiveria della matrigna e delle sorellastre, alla fine, insieme a lei, l’energia purificatrice del fuoco che non dimentica.
Lealtrenotizie
ITALIA/MONDO
SPORT
SOCIETA'
MOTORI