Lo stile è coinvolgente, il linguaggio un po' iperbolico, condito di parolacce ed espressioni forti. Ma il concetto che vuole esprimere arriva sempre in modo chiaro e diretto. Il fotografo di moda Settimio Benedusi ha incontrato il pubblico nell'Aranciaia di Colorno: un'altra delle iniziative delle associazioni riunite nella Casa della Fotografia. L'insegnamento fondamentale che, con aneddoti e dimostrazioni "live", Benedusi lancia agli appassionati di fotografia è questo, in sintesi: la fotografia esprime qualcosa della personalità di chi la scatta e per fare buone foto bisogna studiare, andare in profondità nelle cose. La Fotografia è un linguaggio - dice ancora al pubblico - e come tale va studiato per essere capito.
Nel video di Gazzettadiparma.it, Settimio Benedusi dà tre consigli a chi ama scattare: "Fotografate quello che conoscete, andando in profondità; fotografate quello che amate; fotografate quello che odiate. Mettete tutto di voi stessi nella fotografia".
Assieme a Benedusi ha raccontato la propria esperienza (ovviamente, mostrando anche dei portoflio) il giovane fotografo milanese Hermes Mereghetti. Figlio di un fotografo, Mereghetti spiega di aver lasciato l'Università per dedicarsi al mondo di pellicole, obiettivi e soggetti più o meno in posa. Quando ha dato al padre la notizia, lui non gli ha parlato dello strumento, la macchina fotografica: gli ha detto di immergersi nella lettura dei loro libri sulla fotografia, gli ha "rivelato" che c'era molto da imparare... e solo qualche mese dopo, a Natale, gli avrebbe regalato la macchina fotografica. Un altro insegnamento che ha ricevuto da Benedusi, anche con maniere "forti": liberarsi dall'attrezzatura di troppo, non andare in giro con lo zaino pieno di accessori, ma concentrarsi su ciò che voleva esprimere con le sue foto.
Nella video-intervista, Settimio Benedusi dà tre consigli di base a chi voglia dedicarsi alla fotografia, spiega come fare buoni scatti e consiglia di fare attenzione con la condivisione di foto su Facebook, Instagram e altri social.
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