Cani, razze pericolose? Quanti miti da sfatare

Valentina Tridente

Bentornati cari compagni e compagne di branco!  Nella rubrica di questa settimana vogliamo parlare di un tema molto diffuso e delicato: la discriminazione di razza. Prendiamo l’Old English Bulldog, cane selezionato in Inghilterra per i combattimenti con i tori, dal carattere molto forte e reattivo; in Inghilterra infatti più o meno a partire dal XVI secolo i combattimenti tra animali erano particolarmente comuni. Questo finché, intorno alla seconda metà dell’800, una  nuova coscienza popolare più attenta al benessere animale non fece sì che queste pratiche venissero considerate troppo efferate permettendo al peloso nerboruto di trasformarsi nel più simpatico ma meno funzionale Bulldog Inglese moderno grazie alla selezione di animali un po’ più «tozzi» e gestibili.


Questa storia vi ricorda per caso qualcosa di più attuale?
A noi ricorda molto la storia dell’American Pit Bull Terrier, per gli amici Pitbull, che purtroppo è stato selezionato per i combattimenti tra cani e occasionalmente anche tra altri animali (non per scelta sua). Anche il Pitbull, in modo molto simile al nostro Oeb che per altro è uno dei suoi antenati, non è il cane più semplice del mondo da gestire: ha molte energie, risponde molto velocemente agli stimoli e si eccita facilmente. Tanto che i due enti più importanti a livello Italiano e Europeo, che sono Enci e Fci hanno deciso di non riconoscerlo come razza al contrario della sua versione più semplice e più massiccia: American Staffordshire Terrier. Ogni epoca ha la sua razza discriminata preferita: c’è stato il periodo del Pastore tedesco poi quello del Dobermann, quello del Rottweiler e adesso c’è il Pitbull.


Non fraintendiamoci: uno scatto d’ira di queste razze può fare grossi danni ma tacciarli come il male assoluto ci sembra assolutamente eccessivo e fuori luogo per un sacco di motivi: ciascuno dei cani che poi arrivano a fare danni è stato selezionato/cresciuto da un umano che spesso ha cercato quelle caratteristiche alle volte problematiche e che ha sottovalutato il problema di gestire certi tratti comportamentali. (Ecco perché noi di Compagne di Branco martelliamo tanto sull’importanza di informarsi bene sulle caratteristiche di un cane e su ogni singolo allevamento prima di fare il grande passo.) I casi di morso vedono spesso e volentieri ai primi posti i cani più amati ed insospettabili; ad esempio una statistica uscita nel 2007 che vuole studiare la probabilità di un cane di mordere in base alla razza, e che studia un rapporto tra numerosità degli esemplari di una determinata razza e episodi di morso, vede in testa alla classifica il Jack Russell Terrier e il Volpino Italiano. Questi incidenti non fanno abbastanza clamore per attirare l’attenzione dei media perché non abbastanza cruenti dando così la falsa percezione che ad aggredire sia sempre e solo la razza discriminata di turno.

Spesso poi capita che ad essere causa degli incidenti sia il mancato rispetto delle regole, come ad esempio lasciare il cane senza guinzaglio in luoghi non idonei a tale scopo (da notare che non sempre quello slegato è l’aggressore, capita anche molto spesso che chi subisce i danni più grossi dell’incidente sia quello che non aveva rispettato le regole restando ugualmente, vi ricordiamo, dalla parte legale del torto). Altra grande fonte di incidenti è la mancanza di rispetto delle esigenze e delle caratteristiche di un cane: chi lo vuole toccare a tutti i costi, chi lo raggiunge da dietro all’improvviso, chi lascia che i bambini corrano in contro a cani sconosciuti al grido di: «tanto tutti i cani sono buoni e socievoli». La verità è che se tutti fossimo un po’ più attenti e rispettosi delle esigenze altrui gli incidenti sarebbero decisamente meno.

Per concludere vorremmo fare con voi un ultimo paio di riflessioni, basate su esperienze di vita vissuta da noi Compagne di Branco:

  1. Tutte le razze hanno diritto di circolare e di vivere gli spazi pubblici (a meno che l’Ausl competente non richieda restrizioni particolari per un particolare cane, ma non capita molto spesso per fortuna) e il concetto del «se tu hai un cane x devi stare a casa così io posso fare quello che mi pare» non può e non deve esistere.
  2. Se un cane manifesta una problematica comportamentale di qualunque tipo sarebbe bello che il suo umano, indipendentemente dal fatto che questo rappresenti un problema gestionale per le persone, cercasse di aiutare il suo amico a 4 zampe a risolvere o alleviare le sue difficoltà.
  3. Se qualcuno, con o senza “cane discriminato” vi chiede di rimettere il guinzaglio al vostro siete inevitabilmente  tenuti a farlo per la legge e per non essere di intralcio o fastidio agli altri. 

Per questa settimana è tutto, vogliamo lasciarvi ricordandovi che Compagne di Branco continua il mercoledì dalle 18.00 alle 19.00 su Radio Parma (102.00/ 104.00 fm oppure in streaming su www.radioparma.it)

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Jack ha scelto un copridivano che facesse risaltare il suo manto luccicoso e che facesse venire voglia di spupazzarlo  - Laura, la sua umana, lo spupazza un sacco sul divano. 15/10 per l'astuzia

 

 Kali è un esemplare ,meraviglioso di Cao de Agua, e usa un bagnoschiuma che è proprio la nuova frontiera in quanto a look fashion ma sostenibili. 17/22 per la sostenibilità.

 

Fox e il suo umano Gaspare si stanno preparando per una gara di relax sul divano...secondo noi vince Fox - 14/23 vincente

 

Lucy in mezzo ai fiori come in un quadro bucolico, Ha l'aria molto innocente ma secondo noi sta solo bluffando. Le viene facile, il suo umano Guido è completamente innamorato di lei. 11/12 per la tenerezza.