Fido fatica a masticare? Attenzione alle infiammazioni muscolari
Gentile dottor Gresia,
Le scrivo perché il mio cane, un Golden Retriever di sette anni, da alcuni tempi ha difficoltà alla prensione e masticazione del cibo. Sinceramente appare anche un po’ rigido nei movimenti. L’ho portato dal mio veterinario che ha diagnosticato una miosite dei muscoli masticatori. Potrebbe, gentilmente, spiegarmi meglio questa patologia e il suo decorso?
Gentile lettore, la miosite dei muscoli masticatori (MMM) è anche chiamata e conosciuta in passato come miosite eosinofilica, miosite dei muscoli temporali o miosite atrofica. Essa è una delle forme più comuni di infiammazione muscolare dei cani e interessa i muscoli temporali, masseteri e muscoli pterigoidei, solitamente in modo bilaterale e simmetrico. Gli animali più colpiti sono esemplari adulti di Pastore tedesco, Retrievers, Dobermann, Shar-Pei e Beagle, ma si riscontra anche in altre razze. Gli ultimi studi ipotizzano che questa patologia abbia natura autoimmune, con produzione di anticorpi indirizzati verso particolari fibre muscolari ampiamente presenti nei muscoli sopracitati. La MMM è caratterizza da due fasi, una acuta della durata di due\tre settimane che si traduce poi in forma cronica. La prima può passare a volte inosservata ed include trisma mandibolare, dolore durante i tentativi di apertura della bocca e mobilità mandibolare molto limitata con conseguente difficoltà nell'assunzione del cibo e ipersalivazione. I sintomi derivano dal fatto che nella miosite masticatoria i muscoli responsabili della chiusura della mandibola (in particolare massetere e temporale) si trovano in uno stato di perenne contrazione, fatto che impedisce la riapertura della bocca. A volte si osserva anche esoftalmo mono o bilaterale, con stiramento del nervo ottico che provoca difficoltà visive. La forma cronica comprende diffusa fibrosi che instaura un impedimento meccanico all’apertura della bocca e marcata atrofia muscolare. Non va mai forzata l’apertura del cavo orale o si rischia di lussare o fratturare la mandibola. Dopo un’attenta visita possono essere eseguiti accertamenti diagnostici comprensivi di esami del sangue, ricerca degli anticorpi interessati e successivamente anche una RMN per identificare l’estensione del danno e dove è meglio eseguire una biopsia muscolare. Utile è anche una elettromiografia per valutare l’attività elettrica dei muscoli ed escludere il coinvolgimento di altre masse muscolari. Effettuare una diagnosi precoce è fondamentale per la qualità di vita dell’animale e intervenire tempestivamente con una terapia antinfiammatoria adeguata permette la regressione della sintomatologia e il suo controllo. Purtroppo spesso sono necessari alcuni mesi di questa terapia, riducendo progressivamente i dosaggi e in alcuni casi è necessario anche associare anche farmaci immunosoppressori. Se non si interviene tempestivamente c’è il rischio che il danno muscolare sia troppo diffuso e che l’animale non sia più in grado di alimentarsi da solo; in questo caso l’unico modo per aiutarlo è inserire il cibo morbido direttamene nell’angolo caudale della bocca, in quanto la deglutizione non viene intaccata.