ANIMALI

La storia a lieto fine di Eni, gattino nato con sei zampe

Rose Ricaldi

Avolte un destino che sembra segnato può essere invece cambiato grazie all’intervento di mani amiche e cuori grandi: è fortunatamente una storia a lieto fine quella che arriva dalla provincia di Treviso e che vede protagonista Eni, gattino nato con sei zampe e, per questo, rifiutato dalla sua mamma. Il proprietario degli animali aveva portato il piccolo dal veterinario chiedendo che gli fosse praticata l’eutanasia, ma Marco Martini, questo il nome del dottore, dopo un’attenta valutazione della situazione clinica del cucciolo, ha deciso di sottrarlo a una fine ingiusta e ha preso immediatamente contatto con il gattile di Conegliano, gestito dalla sezione Enpa di Treviso.
Immediato l’appello lanciato sui canali social dell’associazione, un vero e proprio countdown per trovare una micia che facesse da balia al cucciolo: «Inizio vita da urlo per questo micro gattino a cui serve urgentemente una mamma gatta - hanno scritto i volontari -! Vi chiediamo di condividere, a più non posso, questa ricerca di aiuto. Abbiamo 48 ore per trovare mamma gatta a questo scricciolo. Ora salviamogli la vita, dopo penseremo ad operarlo».


Come si legge sul sito di Enpa nazionale, la richiesta è andata a buon fine, e nel giro di poche ore Eni, il cui nome si rifà al famoso cane a sei zampe simbolo della storica multinazionale italiana, ha trovato una nuova mamma, perfetta per lui. «Non è stato semplice trovare la gatta giusta - ha spiegato Valentina Perin dell’Enpa di Treviso -: le micie riconoscono quando un cucciolo è stato allontanato dalla sua mamma e non sempre lo accettano. Inoltre è stato necessario trovare una famiglia che garantisse una presenza costante in casa».
Dopo essere stato accudito nei primi giorni dal veterinario che gli ha salvato la vita, il piccolo ha quindi raggiunto a Padova la sua nuova, amorevole mamma: «Ancora una volta - ha proseguito Valentina - gli animali ci insegnano che le differenze non esistono e che il mondo è casa di tutti! A volte, se solo ci amassimo di più, abbattendo differenze di ogni genere, in fondo inesistenti, vivremmo più leggeri e felici. Questa mamma gatta è un esempio per tutti».


La storia di Eni pone però ancora una volta l’accento sull’importanza delle sterilizzazioni: «Sterilizzare - ha sottolineato infatti la Perin - è l’unica arma per contrastare il randagismo felino e il fenomeno degli abbandoni. Perché il 90% del cuccioli che ritroviamo sono degli orfani spesso denutriti, malati e sofferenti. E moltissimi sono quelli che muoiono di stenti ancor prima di essere trovati. Sterilizzare è un atto di amore, sempre».