«Così controlliamo le discoteche di Parma»
«Siamo vicini alle famiglie dei ragazzi morti nella tragedia di Ancona e aspettiamo i risultati delle indagini da parte delle forze dell'ordine. E se emergeranno delle responsabilità, ovviamente, prenderemo posizione con fermezza».
Ernesto Mendola, presidente delll'Associazione italiana locali da ballo di Parma e membro della giunta nazionale sceglie la via della cautela («ci sono delle vittime e occorre fare lavorare gli inquirenti») ma nello stesso tempo ribadisce l'impegno perché un fatto del genere a Parma non debba succedere.
«Lo so, è sempre difficile dare certezze assolute ma possiamo dire che gli investimenti per la sicurezza nel nostro territorio sono stati altissimi e da parte di tutti gli operatori c'è la condivisione di un grande impegno».
Certo, ed è giusto che sia così. Ma oggi, con il bollettino dei morti e dei feriti che si ripete ad ogni edizione dei tg è difficile non provare un certi timore pensando ad una serata in discoteca.
«Purtroppo il gesto di uno scriteriato che usa lo spray urticante è difficile da prevenire. Tuttavia per cercare di ridurre il rischio ci serviamo di agenzie specializzate che forniscono il personale della sicurezza. E teniamo altissimo il livello d'attenzione».
Resta però il problema fondamentale: chi lavora nei locali non può perquisire nessuno e anche i controlli, ad esempio, sulle borsette no sono facili. E di conseguenza la prevenzione non è facile.
«E' la stessa situazione, ad esempio, dei metal detector: ci sono nelle fiere ma non nei locali - spiega Mendola. - Ma io credo che arriveremo all'installazione. Intanto però abbiamo lo scorso anno siglato un protocollo di sicurezza d'intesa con tutti gli operatori che da indicazioni precise e che ha valore anche di codice etico».
Un elenco di azioni e di prescrizioni preciso e molto aggiornato che ha lo scopo di evitare che per una serata di divertimento ci si debba trovare a contare le vittime. Chiedendosi, ogni volta, come è possibile che sia accaduto.
r.c.