Infettati dall'epatite C, avviate le indagini. Frattini (Ausl): «Difficile risalire alle cause»
Pierluigi Dallapina
Si è ammalata, con ogni probabilità, mentre era in cura al centro dialisi di Borgotaro e a rivelarlo è stata la stessa contagiata, dopo aver scoperto di aver contratto il virus dell'epatite C. L'annuncio è arrivato a sorpresa, al termine di un incontro sulla violenza contro le donne. La protagonista di questa vicenda preoccupante, finito lo sfogo, preferisce mantenere il basso profilo, trincerandosi dietro un risoluto «no comment».
Chi invece decide di spiegare è l'Ausl, che in una nota stampa conferma: «Nell’agosto scorso, a seguito di esami del sangue di routine eseguiti sulle persone sottoposte a dialisi, sono risultate positive al virus dell’epatite C sei persone seguite dal centro di Borgotaro dell’Azienda Usl, di cui due già note per pregressa positività».
Giuseppina Frattini, direttore sanitario dell'Ausl, aggiunge però che non sarà facile capire l'evento che ha determinato la propagazione del virus. «Visti i tempi in cui si è sviluppata l'infezione e considerato che ad essere stati contagiati erano tutti pazienti dializzati in cura al centro, è lecito supporre che tale infezione sia stata contratta nell'ambito del centro di Borgotaro. Ma tutte le indagini condotte dalle commissioni interne non hanno individuato un evento specifico a cui far risalire il contagio. In questo caso specifico certezze non ne abbiamo e forse non le riusciremo mai a trovare».
La causa, stando all'esperienza, rischia quindi di restare ignota. «In letteratura - avverte - per nessun caso di infezione avvenuta in situazioni analoghe è stato possibile risalire con certezza alle cause scatenanti». Ciò nonostante l'Ausl e l'azienda ospedaliero universitaria hanno istituito due commissioni che al momento hanno prodotto una serie di direttive sul come aumentare i controlli per prevenire eventuali nuove infezioni. «Le azioni migliorative - specifica Frattini - riguardano tutte le azioni che vengono compiute all'interno del centro dialisi. In pratica, sono stati definiti ulteriori controlli sulle procedure».
La scoperta dell'esistenza di quattro contagiati è avvenuta a inizio agosto. «La responsabile del centro dialisi ci ha comunicato che dagli esami eseguiti sui dializzati per valutare lo stato dei markers infettivologici era emerso che, oltre ai due casi di epatite C noti, il 7 agosto esistevano altre quattro persone positive agli anticorpi anti HCV, cioè al virus dell'epatite C».
Tutti i contagiati sono ora seguiti dal reparto Infettivi dell'ospedale Maggiore. «Fortunatamente, i contagiati hanno contratto il virus ma non hanno sviluppato la malattia, che può causare, ad esempio danni epatici. Verranno tutti trattati in base ad un preciso protocollo di intervento - conclude Frattini - con una terapia orale in grado di eradicare completamente il virus. E' una terapia efficace, che ha molti meno effetti collaterali di quella a base di interferone».