L'allarme di Gratteri e Nicaso: «Il processo Aemilia? Importante, ma non basta»

Pierluigi Dallapina

Indebolita sì, ma non certo sconfitta dalle condanne del processo Aemilia, perché è l'organizzazione criminale più potente d'Italia in quanto è la più ricca, ed è la più ricca grazie all'enorme flusso di denaro che gli assicura la gestione del traffico di cocaina: una valanga di polvere bianca che dall'America latina inonda le strade del Vecchio continente e brucia le narici e i neuroni di migliaia di persone ogni giorno, senza distinzioni di sesso, età o ceto sociale.

Questa organizzazione criminale è la 'ndrangheta, che dalla Calabria ha allungato i suoi tentacoli su mezzo mondo, Emilia Romagna inclusa. Il processo Aemilia, arrivato a sentenza poche settimane fa, ha certificato l'estensione della presenza mafiosa a Reggio Emilia e nei territori vicini, Parma compresa ma, come avvertono Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica a Catanzaro, e Antonio Nicaso, docente e fra i massimi esperti di organizzazioni criminali, le condanne non hanno certo stroncato la malapianta. I due, autori di numerosi libri sulla «mafia calabrese», giovedì alle 17.30 saranno alla Corale Verdi per presentare il loro ultimo volume «Storia segreta della 'ndrangheta. Una lunga e oscura vicenda di sangue e potere (1860-2018)», edito da Mondadori. L'incontro, a ingresso libero, sarà condotto dal giornalista Pierluigi Senatore.

CRIMINALITA' IN EMILIA

«Il processo Aemilia è stato un passo importante nella lotta alla 'ndrangheta, ma non crediamo che abbia risolto tutto. E' solo un avvertimento a tenere gli occhi aperti, in quanto la 'ndrangheta ha dimostrato di essere capace di penetrare un territorio che credeva di avere gli anticorpi per contrastare la presenza della criminalità organizzata», avverte Gratteri, prima di aggiungere che «gli anticorpi economici sono quelli che mancano».

«La presenza della 'ndrangheta in Emilia Romagna non è un'anomalia», assicura il procuratore di Catanzaro, convinto che la penetrazione nel contesto emiliano sia avvenuta seguendo metodologie consolidate che hanno garantito il radicamento in altre regioni, come Lombardia e Piemonte.

«Ciò che il processo Aemilia non ha chiarito fino in fondo è il coinvolgimento della politica. Quello che è emerso fino ad oggi è solo una parte», sospetta Gratteri.

IMPRENDITORI AMICI

A facilitare e a nutrire i traffici illeciti della 'ndrangheta sono stati imprenditori che hanno approfittato dei servizi a prezzi vantaggiosi offerti dagli uomini legati all'organizzazione criminale. «Alcuni imprenditori si sono serviti della 'ndrangheta, che ha fornito servizi soprattutto nell'ambito delle costruzioni», fa notare Antonio Nicaso che, da attento studioso del fenomeno criminale, puntualizza meglio il modus operandi usato dalle mafie.

«La 'ndrangheta è sempre sostitutiva delle realtà del territorio, nel senso che non si presenta per competere lealmente con chi è già presente in un determinato contesto», spiega lo studioso. La capacità di penetrazione è quindi più legata a criteri di carattere economico che non all'uso brutale della violenza.

«La 'ndrangheta è riuscita a radicarsi in quanto si è presentata come un'agenzia di servizi capace di proporre manodopera a basso costo e questa caratteristica ha fatto comodo a certi imprenditori e anche a certi politici», sostiene Nicaso.

SOLDI E VIOLENZA

Se il potere dei soldi è utile a corrompere e a farsi accettare nei salotti buoni, la violenza non viene mai messa da parte, perché minacce e omicidi rappresentano una caratteristica ineliminabile della mentalità mafiosa.

«Nelle mafie la violenza è fondamentale, ma non sempre necessaria. La 'ndrangheta se deve usarla lo fa, altrimenti la evita, perché la violenza rischia di essere penalizzante. E' sempre meglio muoversi sottotraccia. Le mafie sono forse più pericolose quando non sparano, perché significa che sono riuscite a penetrare e a consolidarsi sul mercato», spiega Gratteri.

IL RUOLO DELLA POLITICA

Se prima la 'ndrangheta aiutava i politici, portando pacchetti di voti, ora ha compiuto il salto di qualità arrivando persino ad esprimere i propri candidati alle elezioni, assicura Nicaso. «Da sempre ha prestato il fianco alle logiche di potere, ma al giorno d'oggi la 'ndrangheta non è più subalterna alle logiche economiche e politiche. Da forza eversiva è diventata una forza di governo - conclude lo studioso -. Questo è dimostrato dal fatto che in alcuni contesti sceglie sia i candidati di maggioranza che quelli di opposizione».