Filiale di banca occupata e trasformata in dormitorio
Luca Pelagatti
Fino a qualche settimana fa qui si facevano prelievi e versamenti. Oggi si dorme, si beve. Spesso si vomita. Era la filiale 245 della banca Popolare di Milano di via Verdi. Adesso è un antro zeppo di cartacce, pane vecchio, schifezze e cartoni di vino acido. Prima e adesso, ieri e oggi. Il passato è quando via Verdi era un corso elegante del centro, una specie di city della finanza in chiave parmigiana. Il presente è quello di una strada spaventata e dimenticata, che si percorre a passo svelto e occhi bassi. Dove persino, appunto, basta che una banca si trasferisca di qualche centinaio di metri per calamitare un branco di disperati che trasformano la sala dove spicca ancora il bancomat, comodamente illuminata e riscaldata, in un dormitorio.
Ad accorgersi che qualcosa non andava sono stati alcuni residenti della zona che si sono insospettiti vedendo una porta che doveva essere sigillata aprirsi all'improvviso. E un tale in bici sgattaiolare fuori in tutta fretta.
E' bastata una telefonata al 113 e in pochi minuti è arrivata una pattuglia delle volanti e, subito dopo, anche i rinforzi. Dentro la filiale – meglio: quel che ne resta – cinque persone: un italiano e gli altri stranieri, colori di pelle e lingue diverse ma un destino comune. Fatto di notti per strade e giornate raminghe con il solito vino da pochi centesimi usato per addomesticare il tempo.
«Non facciamo nulla di male», ha borbottato uno di loro di fronte agli agenti che li hanno identificati e, in tre casi, accompagnati in questura.
Ora sono in corso accertamenti per quanto riguarda i permessi di soggiorno. Per tutti invece potrebbe scattare una denuncia per invasione di edificio ma occorre capire chi abbia forzato quella porta su cui spicca il cartello «la filiale si è trasferita in via Garibaldi». E' evidente che in certe zone della città anche una semplice scritta come questa basta a dare l'idea giusta per chi non ha nulla da perdere.
«Eppure io avevo già segnalato da alcuni giorni alla banca che c'erano dei problemi», spiega la proprietaria dell'immobile arrivata in tutta fretta dopo lo sgombero. E a farle eco anche alcuni abitanti: «Io ho comunicato alla banca nella nuova sede e all'amministratore del palazzo che c'era gente che bivaccava all'interno: la notte della Vigilia ho visto la porta aperta. E dentro c'era un tale che stava male». Una brutta scena, ma non l'unica.
Qualcuno dice infatti di aver visto anche un'ambulanza intervenire di recente per soccorrere uno degli «inquilini». «Anche la polizia municipale era stata avvisata», aggiunge un terzo che si stringe nelle spalle: «La banca era stata occupata da almeno due settimane. Ma fino all'arrivo della polizia nessuno si era mosso».
Ma al di la del caso specifico tutti parlano di un malessere più serio. Che non riguarda certamente solo il civico 27 ma tutta la via. E l'intera fetta di città.
«Qui dentro vengono a dormire, poco più in la, di fianco all'isola ecologica di via Magnani, si ritrovano per scolarsi le birre che comprano negli african market della zona. Ovunque urinano in giro, lasciano in giro vetri e spesso si picchiano quando l'alcol supera un certo livello». Di fronte, poi, c'è il piazzale della stazione: e anche quella è una pagina che la cronaca aggiorna dopo giorno.
«Anche oggi la polizia è stata tempestiva e sappiamo che fanno del loro meglio - aggiunge un altro residente -. Ma non basta una repressione per quanto attenta: qui servirebbe un piano di rilancio complessivo per la zona. Perché adesso sono stati allontanati. Ma quanto impiegheranno a tornare? E se non saranno gli stessi sarà qualche altro sbandato».
Una profezia facile e amara. La porta della banca dovrebbe essere messa in sicurezza. Ma per gli strani tranelli della burocrazia non si riesce a capire a chi spetti il dovere di farlo. Soprattutto senza ledere i diritti delle altre parti in causa.
Il risultato è che la filiale dismessa in apparenza blindata resta facilmente occupabile di nuovo, appena il buio e il freddo svuoterà le strade da testimoni scomodi.
La dove si cambiavano gli assegni presto si ricomincerà a dormire. E aspettare che arrivi domani.