Chirurgia plastica e nuove frontiere
Patrizia Celi
Sono oltre 200 i chirurghi del Gruppo triveneto-emiliano romagnolo di Chirurgia plastica (Gtver) riuniti oggi a Parma, nella sala congressi dell’Azienda ospedaliero universitaria, per il convegno «La plastica nella plastica»: una giornata di studio sulle più importanti novità in fatto di materiali e tecniche per la chirurgia ricostruttiva ed estetica.
«Il convegno vuole informare i professionisti sulle più recenti acquisizioni tecnologiche di questa disciplina che, se riposte in mani esperte, possono fornire risultati migliori per il benessere del paziente - spiega Edoardo Caleffi, presidente di Gtver e direttore di Chirurgia plastica e Centro ustioni del Maggiore. Gli specialisti provenienti da Friuli Venezia-Giulia, Trentino ed Emilia Romagna si confrontano nelle tre dense sessioni in cui si articola la giornata di studio, dedicate ai difetti del tronco, a quelli degli arti e alla «buona» e «cattiva» chirurgia plastica, con una serie di relazioni sintetiche ma fortemente esplicative nelle quali ognuno dei relatori espone trucchi e segreti tecnici o esperienze negative.
Sempre in un’ottica multidisciplinare, perché nei centri di cura il miglior risultato fornito al paziente è frutto di una stretta collaborazione tra professionisti di diverse specializzazioni. «L’obiettivo è una contaminazione reciproca sulle pratiche migliori, più innovative ed efficaci – sottolinea Caleffi – con uno sguardo particolare ai chirurghi più giovani che possono imparare tanto da questo scambio di esperienze, in particolare sui casi a rischio di potenziali insuccessi».
La formazione teorica e pratica è iniziata ieri, con tre eventi formativi rivolti a tutto il personale sanitario sulla terapia a pressione negativa, l’utilizzo di membrane chirurgiche composte di biomateriali e le tecniche correttive degli inestetismi cutanei anche attraverso il trucco correttivo (camouflage). La due giorni di lavori promossa da Gtvervuole essere un compendio di approfondimento per il trattamento di molteplici interventi diffusi, quali la ricostruzione mammaria, l’estetica del sorriso, le ulcere, la patologia onco-plastica, gli esiti di obesità e altri, che possono interessare vari distretti corporei (ad esempio testa-collo, torace-addome, arti, genitali) con l’ausilio di presidi o procedure di ultima generazione, tra cui terapia pressione negativa, protesi, impianti, fattori di crescita e sostituti cutanei. «Attraverso questo vivace scambio di idee ed esperienze il Gruppo è cresciuto progressivamente, non solo nel numero dei soci – conclude Caleffi – Oggi le linee guida e le procedure da noi definite sono un riferimento anche per altre società scientifiche».
Il Gruppo triveneto-emiliano romagnolo di Chirurgia plastica è costituito da chirurghi specialisti in Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica, iscritti alla Società italiana di Chirurgia plastica, che da almeno 5 anni svolgono la propria attività nelle regioni indicate. Organizza ogni anno quattro congressi a carattere scientifico per l’aggiornamento professionale e la condivisione delle esperienze cliniche.
I SEMINARI DI APPROFONDIMENTO
Le sessioni rivolte all’aggiornamento teorico e pratico del personale sanitario sono iniziate ieri con tre importanti seminari nell’Aula G dell’Azienda ospedaliero-universitaria, promossi dalla Chirurgia plastica e Centro Ustioni dell’Azienda ospedaliero universitaria e dal Gruppo triveneto – emiliano romagnolo di Chirurgia platica (Gtver), ai quali hanno partecipano in un’ottica multidisciplinare numerosi professionisti dell’ospedale Maggiore.
Innanzitutto il corso «Terapia a pressione negativa: nuove soluzioni applicative per una metodica in evoluzione» per l’aggiornamento teorico e pratico del personale sanitario sulla procedura utilizzata per ricostruire gli arti quando, a seguito di eventi traumatici o per l’asportazione di un tumore, non c’è più pelle, a volte neppure muscolo e addirittura l’osso è esposto. La terapia che scongiura l’amputazione è una metodica valida per far ricrescere il tessuto mancante.
Il workshop «Braxon - impianto One-Step con risparmio del muscolo gran pettorale» è stato incentrato sulle ricostruzioni difficili della mammella attraverso l’utilizzo di una membrana biologica di derivazione animale che riveste e rende più morbida la protesi. Grazie a questo materiale di ultima generazione il chirurgo riesce a dare spessore al tessuto nei casi di asportazioni chirurgiche che lasciano solo una cute sottilissima. Infine il seminario «Chirurgia e Camouflage» per approfondire principi e tecniche del trucco correttivo, utilizzato per mimetizzare imperfezioni cutanee o cicatrici, a cura di Rosanna Barbati, responsabile del day hospital dermatologico dell’Ospedale Sant’Eugenio di Roma.