Dopo le botte, più controlli al Luna Park
MICHELE DEROMA
Appare quasi come un’isola felice, il luna park di San Giuseppe.
Tra le numerosi attrazioni che occupano larga parte del parcheggio scambiatore sud, la domenica ha il sapore della festa, già dalle ore della mattinata, quando i baracconi tornano ad animarsi dopo la lunga serata precedente.
E i bambini sorridono mentre, accompagnati dai genitori, camminano e osservano le giostre in funzione, meravigliandosi davanti alle montagne russe e alla ruota volante, il «tagadà», o mentre si scontrano sulla storica autopista.
PATTUGLIE QUOTIDIANE
Eppure, all’ingresso del luna park, la presenza delle pattuglie della polizia municipale e dei carabinieri suggeriscono che, in largo Simonini, quell’isola del divertimento a volte proprio così felice non è.
Perché le visite delle forze dell’ordine sono purtroppo quotidiane, nel parcheggio scambiatore sud: e non certo a partire dal pomeriggio di sabato, quando una decina di ragazzine sono state coinvolte in una rissa, vera e propria, sedata soltanto dal provvidenziale intervento di alcuni genitori, e del successivo arrivo di tre volanti della polizia.
LE TESTIMONIANZE
Un fatto su cui le testimonianze dei giostrai sono praticamente unanimi: nessuno ha visto con i propri occhi quanto accaduto.
Soltanto Lorenzo ha notato qualcosa, e lo racconta con il suo accento romano: «Ho visto due ragazzine che “se sono pijate a parole”, si sono insultate, ma non le ho viste mettersi le mani addosso».
Lorenzo è impegnato per ore, dalla mattinata alla sera, dietro al proprio bancone, dove vende panini e bibite: i suoi occhi vanno soprattutto lì, ai clienti che si avvicinano per comprare i prodotti alimentari.
Non gestisce nessuna attrazione: i veri giostrai, coloro che siedono nella propria cabina per permettere il funzionamento della giostra, vivono come in un’altra realtà. Sono in tanti a testimoniarlo: il loro mantra è identico, «io sono qui dalla mattina alla sera ad osservare e far funzionare la mia giostra, non vedo quello che accade all’esterno».
Ma non manca qualcuno che ha l’opportunità di notare il contesto: sono in netta minoranza, questi giostrai del luna park di San Giuseppe, ma le loro non sono testimonianze meno importanti. Anzi.
COMPAGNIE RIVALI
«Ogni giorno si vedono compagnie di giovani poco affidabili», racconta uno di loro: «Italiani e stranieri, soprattutto clan albanesi e marocchini, che si trovano all’interno del luna park per punzecchiarsi, provocarsi e si creano momenti di tensione. Risse? Non ne ho viste, però è evidente che in questi frangenti basta soltanto una scintilla per scatenare violenza».
Il giostraio non accenna a particolari responsabilità, però lancia un messaggio chiaro: «Credo che servirebbe un maggior controllo da parte delle forze dell’ordine: mi sembra una sorta di guerra tra fazioni, che rischia spesso di degenerare in risse».
Come quella che sabato pomeriggio ha spedito due ragazzine al pronto soccorso, con rispettive prognosi di sette e quindici giorni. Frutto di atteggiamenti che nota anche Aron, gestore della «spazzola»: «Tensioni e provocazioni tra adolescenti? Credo che possano succedere in questo contesto, come al pub o a scuola. Il problema purtroppo è l’atteggiamento sprezzante e spesso violento dei giovani di oggi. Ma qui nel luna park di Parma non ho mai assistito a scene di violenza».
E gli altri giostrai?
Ribadendo quello che ha affermato il titolare di un’altra attrazione: «Purtroppo ci sono frequenti occasioni di tensione tra adolescenti. Ma il luna park fornisce sempre l’opportunità di un divertimento sano: bambini, ragazzi e famiglie non devono sprecarla».