Gallinari, un giorno a Parma

Alberto Dallatana

Piace a tutti, Danilo Gallinari: a ragazzi, ragazze, genitori e nonni. Ieri, grazie alla Barilla (sponsor della Nazionale italiana di basket), il Gallo è venuto a Parma ed è stato sommerso dall’affetto di quasi un migliaio di persone che lo hanno ascoltato, invocato e applaudito al Pala Magik di via Abruzzi. Piace perché è forte, innanzitutto: uno dei migliori cestisti italiani di sempre, il top del nostro movimento in questi anni. Piace perché ha l’aria del tipico ragazzo per bene: scarpe nere, jeans, giacca blu scura e occhiali da vista, educato e mai sopra le righe. Piace perché crede in valori come «l’amicizia, che può essere determinante in una squadra – ha raccontato -. La Nazionale è prima di tutto un gruppo di amici, ci sentiamo spesso pur giocando lontani». E poi è un esempio, perché ha subìto sei operazioni chirurgiche in sei anni, ma si è sempre ripreso, «e l’importante non è quante volte cadi, ma come ti rialzi ogni volta. La mia forza è la passione per il basket: me l’ha attaccata mio padre fin dalla nascita, non riesco a stare più di una settimana senza toccare la palla». Piace ad una folla di teenagers urlanti come per una giovane popstar, specialmente quando, a loro precisa domanda, rivela di essere single, «ma per il numero – scherza il Gallo - chiedete a mio padre», che è anche il suo manager.

Tra pochi giorni tornerà a Denver, negli States, a preparare una nuova stagione di Nba. Prima però s’è concesso questa giornata parmense. Ha visitato gli stabilimenti della Barilla a Pedrignano, dove per pranzo gli hanno fatto trovare una gradita sorpresa, «i gnocchetti sardi con il gorgonzola, il mio piatto preferito. Sono un grade amante della pasta, ne vado matto come la maggior parte degli italiani. La mangio tutti i giorni, perché i carboidrati sono fondamentali per uno sportivo». La lontananza dall’Italia, in questo senso, non lo spaventa: «So cucinare solo la pasta, ma in tutti questi anni mi ci sono specializzato. Per cui non ho problemi». Parla degli Europei appena conclusi (al quinto posto), spiega che «l’emozione della maglia Azzurra non te la dà nessuna altra maglia. Abbiamo avvertito l’entusiasmo dei tifosi italiani, ci ha caricato molto. Un bilancio? Direi che siamo stati molto bravi, andando assai vicino all’obiettivo prefissato. Non essendoci riusciti, l’appuntamento è all’estate prossima». Quando gli azzurri giocheranno il torneo pre olimpico tentando di qualificarsi per i Giochi di Rio, «ce la metteremo tutta – assicura il Gallo-, ci tentiamo tanto». Alle domande della giornalista di Tv Parma Francesca Strozzi, moderatrice dell’incontro, si alternano quelle dei giovani cestisti della Magik, alcune anche molto tecniche. Gli chiedono quali regolamenti preferisca tra quelli europei e quelli americani, le differenze di gioco, l’ambiente e il clima che si respira: «Mi trovo meglio con il regolamento Nba, solo per il fatto che in Europa ci si mena un po’ di più che in Nba. Il gioco è diverso, con pregi e difetti da entrambe le parti. A Denver sto bene, è più tranquilla di New York, dove era impossibile camminare per strada senza essere continuamente fermato». Una giornata, quella di ieri, nella quale Gallinari è stato accompagnato da Paolo Barilla: «È un’emozione ed un onore, per un’azienda parmigiana, «vestire» la maglia della Nazionale, un traguardo non banale né scontato, perché quando si abbina il proprio nome all’Italia bisogna esserne all’altezza. Si tratta di una bellissima occasione per presentarci in paesi stranieri legati al meglio dell’Italia. Danilo è un atleta molto conosciuto in tutto il mondo, noi siamo felici di essere al suo fianco». A far gli onori di casa è stato il presidente della Magik Davide Malinverni, che ha donato a Gallinari una casacca della sua squadra, sulla quale il marchio Barilla campeggia ormai da diversi anni: «Grazie a questa azienda, che è un orgoglio per la nostra città, abbiamo potuto realizzare questa giornata con un campione splendido come Danilo – ha detto Malinverni -. Per questo abbiamo voluto aprirla a tutti, perché fosse una festa per gli amanti della pallacanestro e dello sport». C’erano anche il sindaco Federico Pizzarotti, l’assessore allo sport Giovanni Marani, il presidente della Fip di Parma Massimo Guarenghi, ma il momento più toccante è stato quello della premiazione, effettuata da Gallinari, di due personaggi che significano tanto per il basket e lo sport della nostra provincia: Luciano Campanini, decano degli allenatori, che ha dedicato una vita ad insegnare la pallacanestro, e Francesco Canali, affetto da Sla, il «maratoneta in carrozzina» da sempre nel mondo del basket, uno dei suoi grandi amori. L’applauso più lungo, al cospetto del Gallo, ieri è stato per lui.