L'esperto: «Gli alberi che cadono spesso sono malati»

Katia Golini

Respirano, crescono, vivono, muoiono. Conosce le piante una ad una, le guarda e le ascolta, Mauro Carboni. Per garantire sicurezza, a volte, è costretto a decretarne il taglio, a patto però che vengano ripiantumate appena possibile. E per salvare gli esemplari unici, come la quercia secolare del parco Ducale, fa anche l'impossibile. Di professione agronomo, esperto di biodiversità, socio fondatore di Equa, società specializzata nella cura del verde e dell'ambiente, Carboni è tra i consulenti del Comune di Parma ingaggiati per valutare lo stato di salute del patrimonio arboreo cittadino. «In città abbiamo effettuato diversi monitoraggi, soprattutto nei parchi, dalla Cittadella al Parco Ducale, e nei viali, a partire dallo Stradone. Non è un caso che lì, nonostante il vento forte di questi giorni, non sia successo nulla di allarmante». E' strano il destino: l'esperto di stabilità degli alberi per un pelo non è stato centrato dall'abete divelto lunedì a Casale di Felino. Una casualità davvero particolare, dal momento che Carboni, di lavoro fa anche questo: controllare lo stato di salute delle piante, affinché non rappresentino un rischio per l'uomo. «Passavo proprio di lì quando c'è stato lo schianto. Mi è andata bene, certo che è stata una bella coincidenza».

L'evento straordinario gli ha dato la possibilità di esaminare in diretta la situazione: «Il 90% delle piante cade a causa di malattie provocate da funghi o parassiti che attaccano l'apparato radicale, minandone la tenuta. Oppure ne scavano l'interno creando cavità che indeboliscono la struttura. A quel punto, sottoposte a stress particolari come le raffiche di vento troppo forte, le piante possono cadere. Se controllate preventivamente però possono essere salvate o messe in condizioni di non rappresentare pericolo per l'uomo». Prevenire è meglio che curare. E Carboni lo sa bene: «Gli alberi sono esseri viventi a tutti gli effetti. Possono ammalarsi, indebolirsi e cadere. Sono inoltre soggetti all'invecchiamento naturale. Si possono però sottoporre a check-up, proprio come succede per gli umani, per valutarne le condizioni di salute. Nella maggior parte dei casi è quindi possibile prevedere quando un albero rischia più di altri di essere divelto o spezzato da eventi climatici violenti. Certo, esistono gli imprevisti, ma anche il patrimonio vegetale può essere correttamente monitorato».

Sono molte le variabili da considerare. «Innanzi tutto, proprio in quanto esseri viventi, gli alberi mutano continuamente. Crescono e si trasformano. Succede che alberi protetti tra un gruppo di abitazioni, una volta superata l'altezza degli edifici che li circondano, si indeboliscano e rischino di spezzarsi. Le piante hanno una grande capacità di adattamento, ma eventi improvvisi possono minarne la stabilità». E ancora: «Le piante si abituano a tutto, o quasi. Ma devono avere il tempo di “allenarsi”. Gli eventi climatici inaspettati e violenti di questi anni rappresentano un rischio». «Tra l'altro - continua Carboni - dobbiamo mettere in conto che il patrimonio verde di Parma e provincia è popolato di cedri, abeti, pini, tutte varietà non adatte al nostro clima padano».

E' un piacere ascoltarlo. Da frutto o da ornamento, di piccole o enormi dimensioni, Carboni conosce ogni varietà. Ama gli alberi e li rispetta. Ci danno l'aria, ma ci danno anche il cibo: «Si dice sempre che le piante ci permettono di respirare. E' vero, ma anche ci danno da mangiare. Di qualsiasi cibo ci nutriamo, vegetale o animale, quello viene dalle piante. E poi gli alberi sono i soli esseri che possono trasformare sostanze inorganiche in sostanze organiche. Sono semplicemente meravigliose».