Lite con il Regio: e il soprano se ne va

Mara Pedrabissi

«Le nozze di Figaro», alfine, si faranno, proprio come nel libretto di Da Ponte per Mozart, ma senza il soprano Serena Gamberoni nel ruolo di Susanna. Al suo posto il Teatro Regio di Parma ha ingaggiato la palermitana Laura Giordano, cantante di lungo corso per quel ruolo, arrivata nel “tempio del melodramma” di via Garibaldi già il 18 dicembre, per il taglio del nastro delle prove musicali.

Dietro la disdetta di Serena Gamberoni, un braccio di ferro con il direttore generale del Regio, Anna Maria Meo. Due visioni agli antipodi, che non hanno potuto produrre una sintesi. Il soprano riassume: «Ho sentito così forti dubbi sulla mia resa artistica, che ho preferito lasciare l'incarico di Parma, pur con immenso dolore». Ribatte il direttore generale del Regio: «Mio compito e mio dovere è tutelare l'istituzione che rappresento e il pubblico».

E' Serena Gamberoni a riavvolgere il nastro del racconto. Il soprano, che vive a Genova con il marito, Francesco Meli (il tenore ha trionfato alla Scala nella Giovanna D'Arco diretta da Chailly, in scena fino al prossimo 2 gennaio, ndr), era stata ingaggiata mesi fa dal Regio per «Le nozze di Figaro» che la vigilia di Sant'Ilario inaugureranno la Stagione lirica 2016. Uno spettacolo importante, con la regia «griffata» di Mario Martone qui ripresa da Raffaele Di Florio, in coproduzione con I Teatri di Reggio Emilia (dove sarà in scena, al Valli, il 29 e 31 gennaio).

«Susanna è un ruolo che avevo sostenuto 10 anni fa e da tempo desideravo rifare - racconta la stimata cantante, già applaudita a Parma, in ordine sparso, come Oscar nel Ballo in Maschera, Dorabella in Così fan tutte e Sophie nel Werther di Massenet - Me lo ha proposto il Regio e sono stata felicissima di accettare, questo teatro, per me e per mio marito, rappresenta una seconda casa. Poi, per lo stesso periodo, mi hanno offerto due debutti importanti, al Carlo Felice di Genova, città dove viviamo: una recita “secca” come Mimì nella Bohème di Puccini, il 2 gennaio, e la parte di Donna Anna nel Don Giovanni di Mozart, in scena dal 30 gennaio al 7 febbraio. Pensavo, insieme al mio agente Andrea De Amici, di poter conciliare gli impegni, invece mi sono scontrata con la burocrazia e le persone. In particolare, il teatro di Parma ha messo in dubbio che potessi tener fede agli impegni dovendo alternare, a fine gennaio, le recite a Reggio Emilia e le prove a Genova. Non nego che sarebbe stato un periodo impegnativo, ma sono ruoli che preparo da mesi. Avrei fatto di tutto per non mettere in difficoltà nessun teatro, per il rispetto al pubblico che paga il biglietto e ha il diritto di apprezzare un cantante al meglio. Mi ero organizzata con Francesco: in quel periodo lui è libero, mi avrebbe accompagnata nei trasferimenti in auto. Penso fosse sostenibile, l'ho già fatto in passato e lo fanno altri colleghi. Sono una libera professionista, nei giorni in cui non sono contrattualizzata a Parma, posso prendere altri impegni, con consapevolezza delle mie forze. Tra l'altro sarei venuta a Parma con un cachet di favore, inferiore ai miei standard, proprio per l'amore che ho per questo teatro e questo pubblico. Trovare questa durezza, un vero “aut-aut”, mi ha fatto sentire che la dirigenza del Regio aveva dubbi su di me e ho dato la disdetta. Mi spiace che tutto il confronto sia avvenuto per email. Il direttore Meo mi ha telefonato solo dopo la mia rinuncia e a quel punto non ho risposto, lasciando la questione in mano al mio agente. Mi spiace davvero tanto per come è finita».

«Spiace molto anche a noi - riflette Anna Maria Meo - Ma avevamo ingaggiato Serena Gamberoni da tempo e abbiamo scoperto quasi per caso che nel frattempo lei aveva accettato di sostenere due debutti importanti nello stesso periodo. Mi fido della sua professionalità, però francamente mi è parso che si fosse di fronte a tre impegni inconciliabili, un grande sforzo concentrato in 40 giorni. Già l'opera lirica, essendo fatta dal vivo a ogni recita ed essendo gli artisti persone, è soggetta a inconvenienti e ne sappiamo qualcosa. Mio dovere è ridurre al minimo il rischio». Per una curiosa coincidenza, il sovrintendente del Carlo Felice è Maurizio Roi, a lungo a capo della Fondazione Toscanini, di cui ancora siede nel Cda. «Certo che ci siamo sentiti con Roi - riconosce Meo - e c'è stato un certo imbarazzo. Quindi abbiamo chiesto chiarimenti a Serena Gamberoni che, alla fine, ha cancellato l'impegno con Parma».

Unico punto di convergenza tra Meo e Gamberoni sta nel valore della «sostituta». «Laura Giordano è una collega che conosco e stimo - assicura Serena - Lo vedo come uno “scambio di favori”: anni fa, nell'anno mozartiano, fui io a sostituirla come Susanna qui, a Genova. Laura ha alle spalle una carriera internazionale, quando io ho iniziato ho ammirato il suo talento e cercato di imparare da lei. Sono sicura che farà benissimo questo ruolo».