Otto domande per otto donne: dalla studentessa alla pensionata
Anna Maria Ferrari
Mara Varoli
1 CARTA D'IDENTITÀ: Presentati
2 LAVORO Qual è la difficoltà maggiore che hai incontrato?
3 IDEALE DI DONNA Hai un modello di riferimento, una donna che incarna i valori in cui credi?
4 AMICIZIA Cosa pensi dell’amicizia tra le donne?
5 AFFETTI Se e a che cosa hai dovuto rinunciare per amore (di un uomo o della famiglia)?
6 SOCIETÀ Che cosa ti spaventa e che cosa ti piace della società attuale?
7 VITA QUOTIDIANA La cosa più faticosa che devi affrontare ogni giorno?
8 FUTURO Che cosa ti auguri per il domani delle donne?
GIULIA LANZAFAME
1 Ho 19 anni e frequento la 5ªD del liceo scientifico Marconi e in ottobre sarò iscritta alla prestigiosa università di Oxford.
2 La difficoltà maggiore che ho incontrato nel mio percorso scolastico è stato conciliare lo studio con tutti quelli che erano e sono i miei interessi: oltre alla matematica scolastica, la matematica in generale, la politica. Anche lo shopping mi diverte e altri svaghi che può avere una ragazza alla mia età.
3 Marie Curie, perché nonostante non fosse una matematica, in un'epoca storica contrassegnata da pregiudizi sulle donne ha saputo portare avanti i suoi studi, faticosamente, e a portare un cambiamento notevole per l'umanità. Non a caso ha pure finto di essere un uomo.
4 Penso che l'amicizia tra donne sia fondamentale: tra donne ci si capisce di più. E' importante ricevere consigli e opinioni ed è importante avere amicizie sincere che non abbiano paura di dirci quando sbagliamo. Credo nell'amicizia tra donne.
5 Sono molto determinata e per fortuna o purtroppo alle mie ambizioni non rinuncerei mai.
6 Mi spaventa che nella società attuale ci siano molti pregiudizi e preconcetti. In generale. In particolare mi spaventa che una ragazza possa essere etichettata come uno studente di serie B e cioè avere meno possibilità di carriera di un uomo. Ma io non mi farò abbattere. Della società attuale, invece, mi piace che ci sia una maggiore attenzione rispetto al passato ai problemi relativi alla diversità e a quelli che sono gli aspetti legati ai cambiamenti climatici.
7 Accettare di alzarmi dal letto. La sveglia suona alle 6,30 e viene spenta più volte. Finché non trovo il coraggio di scendere dal letto. Adoro dormire sotto il piumone.
8 Mi auguro sicuramente parità sociale, perché oggi è ancora lontana: mi auguro che alle donne vengano date le stesse opportunità che oggi sono in parte riservate agli uomini. E che si riconosca alle donne la possibilità di avere le stesse ambizioni, a cui può aspirare un uomo. E mi piacerebbe che le donne avessero più aiuti dalle istituzioni, anche se è la mentalità che deve cambiare.
AZZURRA AMMIRATI
1 Ho 33 anni e sono metà campana e metà calabra. Dopo la maturità al liceo linguistico, ho vinto una borsa di studio all'estero in Germania con Intercultura, a 20 anni ho vinto il concorso per diventare ufficiale dei carabinieri, ho frequentato l'Accademia di Modena e la Scuola ufficiali di Roma, dove mi sono laureata in Giurisprudenza. Ora al comando dei carabinieri di Parma.
2 Tento sempre di imparare da chi mi ha preceduto, anche quando pensano di non avermi insegnato nulla in realtà mi hanno insegnato quello che non voglio diventare. Il ruolo del comandante non ha sesso, quello che conta è essere punto di riferimento per i propri militari, nonostante a volte la differenza di età.
3 Essendo le donne entrate nelle forze armate nel 2000, non esiste ancora un generale donna a cui poter fare riferimento. Dal punto di vista personale, il modello di riferimento è mia nonna Olga, «nonna turbo», perché anche se era nata nel 1919 riusciva sempre ad essere al passo con i tempi. Dal punto di vista sportivo, ho grande stima per l'entusiasmo che dimostra in tutto quello che fa Beatrice Vio, la campionessa paralimpica di scherma. Senza dimenticare la donna che ha superato i limiti spaziali: Samantha Cristoforetti.
4 Penso che possa esistere solo se in maniera intelligente due donne riescono a superare la sana competizione che hanno tra loro. Da lì diventano sincere, compatte e raggiungono risultati ineguagliabili.
5 Ho rinunciato per il lavoro a vivere nella terra dove sono cresciuta, ai sapori, ai profumi e soprattutto al mare.
6 Mi piace e mi spaventa al tempo stesso la possibilità di comunicare con chiunque, ovunque e in qualsiasi momento. Tutto dipende da come una persona utilizza questa possibilità.
7 Ogni giorno devo essere e non mostrarmi decisa, trovando sempre la soluzione migliore, perché è a me che fanno riferimento i militari nel momento dell'emergenza. Per fare questo ci deve essere il giusto equilibrio tra autorevolezza e perché no un sorriso.
8 Mi auguro che non esistano più lavori da declinare solo al maschile o solo al femminile.
OMBRETTA SARASSI
1 Nata a Mantova il 20 maggio 1950. Dopo il diploma istituto tecnico commerciale, mi sono sposata, sono nate tre figlie e ho vinto un concorso nelle Poste e Telecomunicazioni come «impiegata di concetto». Nel frattempo mio marito Fabio Binacchi, ha acquistato Opem, piccola azienda che lavorava conto terzi, allo scopo di poter costruire i suoi impianti di pesatura e confezionamento automatico di prodotti alimentari. Dopo 9 anni iniziai il percorso in Opem.
2 Quando sono arrivata in Opem avevo tutto da imparare. Sono serviti costanza, errori, tante ore di lavoro, formazione, sensibilità, facendomi scivolare addosso le critiche senza perdere gli obiettivi che un titolare d'azienda deve avere.
3 Il mio modello di riferimento è Luisa Spagnoli, ideatrice del Bacio Perugina, dell'Uovo di Pasqua con regalo, della moda. Una imprenditrice che ai tempi della guerra ha saputo rispondere alle esigenze della società modificando la propria attività d'impresa senza far perdere un solo posto di lavoro. Una donna che ha pensato alle donne, creando in stabilimento un asilo per neonati.
4 Credo nella amicizia tra donne. Ho avuto amicizie scolastiche, quelle che ricordi per tutta la vita. Ho amicizie nel mondo del lavoro e amicizie fuori dal mondo del lavoro. Alla mia età si è più selettivi.
5 Ribalterei la domanda: che cosa hanno dovuto rinunciare le persone a me care? Hanno dovuto rinunciare a una moglie un po' meno impegnata e più rilassata. Alle mie bambine ho dedicato un tempo di qualità ma era sempre troppo poco.
6 Mi spaventa una società che va troppo in fretta e impedisce di riflettere. Mi spaventa che la tecnologia abbia avuto il sopravvento fino a gestire la mia vita. Ma mi piace il fatto di essere riuscita ad avere una vita sociale interessante, a proseguire per la mia strada, mantenendo fermi i miei valori.
7 Mantenere in equilibrio i rapporti con i miei dipendenti. Un impegno che richiede tempo, energia e attenzione, per saper leggere quando c'è qualcosa che non funziona. Creare armonia tra i dipendenti è fondamentale.
8 Mi auguro che le donne siano coloro che seminano buonsenso là dove il buon senso sembra sparito.
MARIA SAPONARO
1 Insegnante di inglese al liceo Bertolucci sono referente per l'alternanza scuola lavoro e per i progetti europei. Sono nata a Milano nel 1962, laureata in Lingue e letterature straniere a Parma. Sposata con un figlio.
2 E' un mondo quello della scuola prevalentemente femminile e non si incontrano tantissime difficoltà. Anche con gli studenti non ho mai avuto grossi problemi: l'importante è guadagnarsi la stima. Occorre avere un carattere forte e non giocare sulle «debolezze» femminili.
3 Ho una mamma Ilma che si è sempre data da fare. Giovanissima, dalla montagna è andata a lavorare a Milano, appena finita la guerra, e si è costruita un futuro per se stessa e per la sua famiglia con tanti sacrifici e non mollando mai. Mentre mio padre Gianni mi portava a karate perché voleva che fossi sempre in grado di difendermi: sono cintura nera secondo dan.
4 L'amicizia tra donne non è scontata, perché spesso ci sono delle rivalità. Ed è un peccato perché quando riusciamo a stare insieme, a lavorare insieme e ad essere unite, siamo imbattibili.
5 Mi sarebbe piaciuto fare un lavoro che mi potesse permettere di viaggiare, ma avendo un figlio piccolo ho dovuto rinunciare, volendo stare con lui e la mia famiglia. Ma poi grazie ai progetti europei nella scuola sono riuscita a realizzare quel sogno: ho sempre voglia di conoscere e scoprire.
6 Della società di oggi mi piace il cambiamento veloce, la disponibilità di risorse e reti sempre in crescita: un'evoluzione esponenziale che permette tante opportunità. Mi spaventa vedere in generale una classe politica non sempre pronta per rispondere ai bisogni della società. E mi spaventa l'uomo che continua a ricadere negli stessi errori: l'incapacità storica di cambiare.
7 E' faticoso sopportare la superficialità e l'ipocrisia.
8 Mi auguro maggiore rispetto ed una parità concreta e consapevole per le donne. E quando si dice rispetto è per tutto e da parte di tutti: dalla famiglia, dal partner e dalle istituzioni. Mi auguro che siano garantite le condizioni necessarie affinché le donne possano sempre avere una maternità serena.
ELISA RASORI
1 Sono nata a Parma nel '63, sono medico di medicina generale dal 1995. Ho tre figli: Rosa e Federico, gemelli, di 25 anni, e Francesco di 20.
2 Amo molto il mio lavoro, che è un lavoro complesso e dalle tante sfaccettature. Un aspetto che mi piace molto è che, come in molte professioni, non si smette mai di imparare. Poi fondamentale è il rapporto con le persone, che è ragione di tante soddisfazioni e, solo raramente, di qualche frustrazione.
3 Non ho un modello di riferimento di donna, ma ne ho tanti: sono tutte le donne, note e sconosciute, che in ogni epoca storica si sono date e si danno faticosamente da fare per affermare i loro valori, la loro personalità e le loro convinzioni nella società, nel lavoro, nell’educazione dei figli, nella cura, nell’arte, nella letteratura e nella scienza.
4 Credo profondamente all’amicizia e alla solidarietà tra donne; la loro presunta rivalità fa comodo ad una società purtroppo ancora maschilista.
5 Non credo di aver rinunciato a qualcosa per i miei affetti; non tutto è andato come avrei voluto, ma credo di essere stata fortunata prima di tutto ad avere dei genitori che mi hanno sempre spronata a studiare e a trovare una realizzazione anche al di fuori della famiglia. Spesso mi trovo ad esortare le mie pazienti a non rinunciare al lavoro quando hanno dei bambini, all’inizio può essere più faticoso ma poi si è ampiamente ripagate.
6 Credo che un aspetto positivo del mondo attuale sia la possibilità di conoscenza e di sapere superiore a quella di ogni epoca storica precedente; come aspetto negativo, a livello individuale, vedo sempre più diffuso il narcisismo e, a livello sociale, avverto con preoccupazione la perdita di significato di valori per me imprescindibili quali il rispetto degli esseri umani e dell’ambiente, l’onestà e la cultura.
7 La cosa più faticosa è per me la burocrazia che appesantisce la mia professione e con cui devo fare quotidianamente e più volte i conti.
8 Che siano sempre più rispettate e considerate nella sfera pubblica così come in quella privata. Che si smetta di mostrarne i corpi come se valessero solo per quello. Che non vengano più tollerati comportamenti e commenti sessisti negli ambienti di lavoro, sui media, sui social, ovunque insomma.
ANNA MULAZZI CASAPPA
1 Sposata con due figlie e 4 nipoti, due cani e tre gatti è presidente del Club Amici Miei, l'associazione a tutela di animali abbandonati.
2 Mi occupo principalmente di gatti. Purtroppo la difficoltà maggiore per noi donne che curiamo gli animali bisognosi è l'indifferenza delle istituzioni, che troppe volte diventa un ostacolo. Situazione che va peggiorando. Nessuna risposta alle nostre richieste di aiuto per gli animali, anzi ci sentiamo prese in giro.
3 Non esiste un modello di donna a cui rapportarmi, dovrebbe avere troppe virtù e troppi difetti e farli coesistere.
4 Ho trovato amicizia solo fra donne che come me amano gli animali, c'è un feeling naturale che si instaura alle prime parole. Ci si conosce da poco ma si instaura un'amicizia che sembra duri da tutta la vita.
5 Per fortuna mio marito mi ha sempre appoggiato nella mia attività a favore degli animali. Capisce i miei malumori e le preoccupazioni... troppe, gioisce con me quando racconto di salvataggi di bestiole indifese. Penso sia fiero di quello che sto facendo per gli animali.
6 La cosa che mi spaventa di più nella società attuale è l'indifferenza e la violenza: troppi animali maltrattati, abbandonati e uccisi sulle strade. I giornali dovrebbero avere più opportunità di dare notizie positive, fare capire ai giovani che hanno un mondo bello e se vogliono, sta a loro capire e approfittarne.
7 Le telefonate di tante persone che hanno problemi con gli animali: li hanno persi e chiedono aiuto per recuperarli, hanno problemi economici e chiedono aiuto per potere vivere con i loro animali, persone sole, anziane che hanno bisogno di avere un cane o un gatto vicino e chiedono come fare pensando a quando mancheranno... Purtroppo, non si può aiutare tutti. Anche in questi casi le istituzioni non rispondono.
8 Le donne devono fare valere le loro capacità, i loro sentimenti, il loro altruismo nei confronti del prossimo, familiari e estranei. Devono pretendere il rispetto che meritano, quando svolgono azioni di volontariato verso i più deboli. Speriamo che le istituzioni mettano responsabili capaci che collaborino di più con le donne.
PINA BATTILOCCHI
1 Nata a Parma nel 1944. Ho fatto la sarta da uomo, per lavorare in casa e stare accanto al marito e ai due figli. E poi la collaboratrice scolastica e centralinista al Bodoni.
2 Con molto coraggio e impegno sono riuscita a lavorare in casa con un'importante ditta di moda. Più in generale, nel lavoro ho purtroppo trovato molta invidia, soprattutto da parte di donne. E sono contenta del fatto che ora la mentalità si sia evoluta: le ragazze di oggi sono più rispettate.
3 Il mio modello di riferimento sono le mie amiche: poche, ma valide. Non posso dimostrare amicizia nei confronti di chi non si comporta bene e di chi non è solidale.
4 La vera amicizia tra le donne è difficile: è conflittuale. Ai miei tempi, l'ambiente lavorativo era ostile e la rivalità tra donne dominava. A volte ho trovato più solidarietà da parte di uomini che da parte di donne.
5 Per amore della famiglia si fanno sacrifici, perché la donna è il perno della casa, soprattutto una volta: oggi c'è più collaborazione. Anche se devo dire che fortunatamente mio marito Luigi mi ha sempre aiutata in tutto e per tutto. E' sempre stato al mio fianco.
6 Da pensionata ho sempre fatto volontariato. In particolare, sono andata in un centro di accoglienza per ragazzi stranieri, ai quali insegnavo italiano. Ho sempre trasmesso il mio entusiasmo, perché ho cercato di aiutare chi aveva bisogno. E le loro lettere di ringraziamento riempiono il cuore. Con questo tipo di volontariato sono riuscita a instaurare un rapporto bellissimo. Dico tutto questo per sottolineare che di questa società mi spaventa il troppo egoismo e la mancanza di serenità e sicurezza.
7 Mio marito Luigi è morto nel novembre del 2015. Dopo il calvario della malattia, la scomparsa, che ho affrontato subito con una forza da leone, ma poi sono crollata: ancora adesso mi manca la sua intelligenza, la sua preparazione e le nostre chiacchierate, persino le nostre liti mi mancano. Mi manca un rapporto fatto di complicità e tenerezza.
8 Per la mia nipotina Mia che è nata a fine ottobre mi auguro il meglio della vita: la salute e di vivere in un mondo corretto e pieno di comprensione e collaborazione.
SERA SHIN
1 Sono nata a Gimhae nella Corea del Sud e non sono sposata. Sono una pianista classica, ho studiato in Corea e mi sto perfezionando al Conservatorio di Parma.
2 Non sono solo una studentessa, ma svolgo anche il mestiere di pianista, soprattutto accompagno al pianoforte i cantanti lirici. Nella musica ci vuole grande accordo quando si suona insieme, quindi spesso è difficile avere la stessa idea interpretativa di un pezzo. Solo se si ha la stessa idea si può fare bella musica.
3 Il mio modello è la stilista francese Coco Chanel. Lei ha grande talento e ha messo una grande passione nella sua professione. Ha lasciato delle belle frasi che mi hanno ispirato. Per esempio: «Non riesco a capire come una donna possa uscire di casa senza sistemarsi un minimo, anche solo per educazione. Non si sa mai, magari proprio quel giorno è destino che incontri l’uomo della sua vita... ed è meglio prepararsi bene al destino».
4 Per me non è facile spiegare questa cosa. Prima pensavo di avere tante amiche. Ma poi a volte c’è stata gelosia, o qualche incomprensione, o anche qualche cattiveria. Ora sono confusa.
5 Ancora non so esattamente a cosa potrei rinunciare per amore. Non ho un fidanzato e non mi sono ancora mai innamorata profondamente... ma se avrò un vero amore dovrò rinunciare innanzitutto alla famiglia dei miei genitori, perché devo creare la mia nuova famiglia col mio amore. Credo che loro mi capiranno. Perché è la mia vita!
6 Mi spaventa la difficoltà a trovare un lavoro. Tutti i giovani sono preoccupati, ma per i musicisti è più difficile. Io amo la musica e sono felice di vivere nella stupenda Italia, ma se non troverò lavoro dovrò tornare in Corea.
7 Mi posso svegliare presto e lavorare tutto il giorno non mi pesa. Invece mi costa un po’ di fatica occuparmi del mio aspetto, perché nella società di oggi l’aspetto esteriore è molto importante, e anche se non mi trucco tutti i giorni, dedico del tempo per curare la mia pelle, essere pulita e ordinata. Lo faccio tutti giorni ma questo mi pesa abbastanza.
8 Vorrei rispetto per le donne e per la loro intelligenza.