Ustionato in un'esplosione e salvato al Maggiore
È stato dimesso dall'ospedale Maggiore di Parma, ed è tornato nella sua casa in provincia di Torino, lo studente 19enne vittima di una grave ustione in un incidente domestico a Modena il 5 dicembre scorso.
Un recupero importante reso possibile dai professionisti del Maggiore, che hanno lavorato in team per aiutare il giovane, prima ricoverato per più di un mese nella prima Anestesia e Rianimazione, poi trasferito per 16 giorni nella Chirurgia plastica e centro ustioni.
«Tra tutte le patologie traumatiche – spiega Sandra Rossi, primario della prima Anestesia – l’ustione è la più insidiosa perché sovverte i meccanismi di equilibrio dell’organismo. È stato necessario gestire lo stato infiammatorio acuto e ripristinare le funzioni vitali cardio-respiratorie. La giovane età e la resistenza fisica in questo caso hanno aiutato tantissimo. Fondamentale per la gestione del paziente è stata la sinergia con i chirurghi del Centro ustioni. È stata una sfida vinta insieme».
«È un risultato eccezionale che il paziente ce l'abbia fatta, per giunta in tempi brevi e riacquistando una buona qualità di vita - dice Edoardo Caleffi direttore della Chirurgia plastica e Centro ustioni - Il giovane torinese aveva ustioni di secondo e terzo grado sull'85% del corpo e in più c'era un grave problema alle vie respiratorie che aveva imposto il ricovero in rianimazione. Gli interventi sono iniziati nel primo periodo di emergenza, nel quale il paziente era in ventilazione meccanica assistita. Abbiamo prima rimosso le zone ustionate e carbonizzate ed eseguito balneazioni con disinfettante, poi abbiamo sostituito la pelle mancante con innesti di cute ed autoinnesti. Questi trattamenti, insieme ad un intenso percorso riabilitativo, hanno consentito allo studente di riprendere a camminare, di alimentarsi autonomamente e di essere dimesso a casa».
L'incidente era avvenuto la mattina del 5 dicembre scorso a Modena, dove il giovane si era da poco trasferito per frequentare la facoltà di ingegneria. La giovane matricola era in affitto in un appartamento da poco rinnovato nel centro storico vicino alla Ghirlandina, in via Blasia, e adiacente alla sinagoga. Un particolare che inizialmente aveva fatto scattare un'allerta anti-terrorismo. Lo scoppio, intorno alle 9, aveva alzato una coltre nera di fumo e costretto i vicini residenti a trasferirsi. Il giovane era stato trovato senza sensi fra le macerie dell'appartamento distrutto.
Sull'esplosione è stata aperta un'inchiesta contro ignoti per disastro colposo. Ancora da chiarire le cause dello scoppio: si ipotizza la caldaia o una fuga di gas dai fornelli della cucina. m.t.