Verde: «Schiava turca testimonial dell'Italia in Israele»

KATIA GOLINI

Quella dama col turbante orientaleggiante, il sorriso dolce, appena irridente, le gote rosse, gli occhi vispi e i riccioli sfuggenti, non è semplicemente il ritratto di una misteriosa fanciulla. E' piuttosto il simbolo altisonante di un periodo e della cultura Rinascimentale italiana. La «Schiava turca», capolavoro di Parmigianino, emblema del nostro patrimonio artistico, custodito in Galleria Nazionale, andrà a Gerusalemme.

La notizia è ufficiale, anche se le date esatte sono in via di definizione. Il direttore del Complesso monumentale della Pilotta, Simone Verde, da tempo lavora con la Farnesina per promuovere scambi culturali internazionali e rilanciare l'immagine della collezione d'arte di Parma, ma l'annuncio arriva direttamente dal ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, in visita in questi giorni tra Israele e i Territori Palestinesi. Al termine di un incontro con il premier israeliano Netanyahu, parla delle relazioni tra Italia e Israele («profonde da decenni nel quadro strategico, in quello economico, nell'interscambio, nelle tecnologie, nell'istruzione e nella cultura»). Ed è proprio per sottolineare il concetto che anticipa: «In seguito a una bilaterale tra i due governi è stato deciso che presteremo al Museo d'Israele a Gerusalemme la “Schiava turca” del Parmigiano che ora si trova in Galleria Nazionale a Parma».

Detto, fatto. Il direttore Verde conferma con entusiasmo, del resto dal primo giorno del suo insediamento (l'arrivo a Parma risale al maggio 2017) lavora pancia a terra per aprire al mondo - non solo alla città - la Pilotta e per valorizzarne i tesori. «Ringrazio il ministro Moavero, l'ambasciatore italiano in Israele Gianluigi Benedetti e soprattutto il sottosegretario Lucia Borgonzoni per averci dato questa possibilità - mette subito in chiaro -. Da qualche mese lavoriamo a un progetto di scambi importante. Posso già dire, senza però svelare nulla, che ci saranno sorprese anche a Parma».

Quando la famosa tela partirà da Parma? E per quanto tempo starà via?

«La prossima estate e resterà lontana da Parma un paio di mesi».

Perché proprio la «Schiava turca»? E in quale contesto sarà inserita?

«Il Museo di Gerusalemme sta organizzando una grande mostra. La tela che rappresenterà l'Italia, è un simbolo del Rinascimento, di Parma e della Pilotta. Il suo valore è altissimo perché rappresenta la grande influenza della cultura neoplatonica nel Rinascimento».

Parma e Gerusalemme hanno un legame speciale, soprattutto per via del Fondo De Rossi, la più importante raccolta di manoscritti ebraici custodito in Palatina.

«Sì, certo. Si tratta di uno dei patrimoni più cosmopoliti della nostra città».

Questo prestito può essere considerato un motivo di orgoglio per tutti i parmigiani?

«Quando arrivai annunciai che in Pilotta avremmo lavorato per rilanciare la presenza di Parma nel mondo. È un bel risultato in questo senso perché non si tratta di un prestito in una mostra, ma di una monografica in cui l’opera sarà ambasciatrice della nostra cultura in un altro continente. Parma cioè rappresenterà l’Italia e l’Italia apparirà con il volto di Parma».

Grande ritorno di immagine e anche qualcos'altro in cambio?

«Stiamo preparando una sorpresa importantissima nella stessa direzione per il 2020. Ancora non posso annunciarla poiché in via di definizione, ma ancora una volta il metodo sarà lo stesso: un’opera delle nostre collezioni rappresenterà il nostro Paese di fronte al mondo».