Applausi per un Parma orgoglioso

Paolo Grossi

Chissà perché molti si aspettavano una partita quasi pro-forma. Forse perché il Parma è tenuto in vita artificialmente e secondo alcuni dovrebbe portare rispetto alle altre società che tollerano e supportano la sua situazione «irregolare». Ieri però se c'è stata una squadra che ha mancato di rispetto al calcio è stata un'Atalanta impaurita, contratta, tutt'altro che rigenerata dall'arrivo di Reja. Il Parma invece è andato in campo a mente sgombra. Sa di non dovere più guardare la classifica, che a fine stagione farà piangere a dirotto. E così ha addosso meno pressioni: i suoi problemi sono tutti fuori del campo. I giocatori quando calpestano il prato evidentemente riescono a concentrarsi. E se in tanti abbiamo sospettato che, visto il periodo, gli allenamenti in queste settimane potessero essere stati trascurati, la risposta è arrivata forte e chiara: i crociati che erano fermi da tre settimane, sono anzi sembrati più tonici degli avversari.

Tifosi in fermento

Prima della gara un gruppo dei Boys ha incontrato Lucarelli per uno scambio di vedute sulla opportunità di piegarsi a Lega e Figc e andare in campo. Poi, una volta dentro, uno striscione alla ''muoia Sansone con tutti i Filistei'', cioè «Figc e Lega fallite con noi» che viene srotolato appena sopra un più sintetico «Manenti vattene». Lo stesso patron poi è indirizzato, nei cori della Nord, al Tso, ma ci sono slogan offensivi anche per Ghirardi, Leonardi, Tavecchio e la Lega. Da parte sua Manenti, forse per evitare la ressa dell'ultima comparsata in pubblico, arriva al 15' del primo tempo e si accomoda nello sky box della Leonessa, degustando specialità parmigiane assieme ad amici e collaboratori. Se ne andrà per gli stessi motivi al 30' del secondo tempo. Chi resta invece è Fiorenzo Alborghetti, il manager della Pigna che si era prestato a disegnare i primi assetti societari e poi aveva detto in rapida successione: «Il mio compito è esaurito», «Manenti? O ha i soldi o è un pazzo». Di soldi non se ne sono ancora visti, ma Alborghetti è ancora lì, a fare passerella. La solita nefasta e irresistibile attrazione che il calcio esercita su tanti aspiranti vip.

Tornando ai soldi, si era detto che l'incasso di Parma-Atalanta era destinato al pignoramento su richiesta di un creditore del Parma Fc. Al netto della quota abbonati gli 868 paganti di ieri hanno fruttato quasi tredicimila euro.

La partita

Le emozioni non sono state tante, sul campo, ma quasi tutte di marca crociata. Al 19' Rodriguez su calcio d'angolo di Varela da destra ha tenta un colpo di tacco stile Zola o Mancini: il suo però non passerà alla storia perché invece di infilarsi in rete rotola tra le braccia di Sportiello, rimanendo però un bel gesto. Tra le conclusioni più pericolose del match, un rasoterra di Mariga al termine di un bel contropiede di Belfodil (fuori di un soffio) e un paio di bordate di Coda, subentrato proprio al kenyano nell'intervallo con l'iniziale 4-4-1-1 diventato 4-4-2. Un reclamo per parte per altrettanti mani in area di Mendes e Masiello, anche se l'episodio più dubbio è stato in realtà una cintura dello stesso Masiello che ha impedito a Coda di arrivare di testa su un cross di Varela. Nel finale il pepe è arrivato dall'allontanamento di Reja dalla panchina per proteste, e dal rosso a Rodriguez, autore di due falli da giallo in dieci minuti. Il Parma ha così chiuso in dieci ma l'Atalanta era talmente esangue che non gli ha mai creato problemi.

Applausi

Un pari in casa con la quart'ultima in condizioni normali sarebbe deludente. Ieri è stato accolto come una vittoria dall'intero stadio, che ha applaudito a lungo. Pensierino finale: in questo finale di stagione sarebbe bello seminare e coltivare il seme del senso di appartenenza alla comunità. Se germoglierà, verrà buono l'anno prossimo.