Botte alla compagna anche di fronte al bimbo

Dieci anni più di lui. Eppure l'aveva desiderata, corteggiata. Fino a quando è diventata «sua». Sempre pronta a dire sì, ad assecondare ogni sua richiesta, a rinunciare anche al minimo scampolo di libertà: così l'avrebbe voluta. E se gli ordini non venivano eseguiti, via a minacce e botte. L'uomo, 34 anni, originario del Parmense, ieri ha patteggiato 1 anno e e 10 mesi per maltrattamenti in famiglia, stalking, tentata violenza privata e danneggiamento. Il giudice gli ha concesso la sospensione della pena. Si erano conosciuti nel 2008. Lei, con un matrimonio fallito alle spalle, si era subito fidata di quel ragazzo così gentile e pieno di attenzioni. Quasi non le sembrava vero di poter tornare a innamorarsi dopo aver chiuso un capitolo doloroso della sua vita. Forse un po' geloso, quel giovane comparso improvvisamente sulla sua strada, ma all'inizio quegli atteggiamenti le facevano piacere. In fondo, erano attenzioni che dimostravano il suo amore.

O almeno, così parevano. Tanto che poco dopo lei non ha dubbi, quando la proposta è quella di andare a vivere insieme. E per un paio d'anni la convivenza funziona. Qualche alto e basso, quella gelosia che persiste, senza però diventare soffocante: una storia come tante. Che vale la pena di essere vissuta. Perché lei vuole avere un futuro accanto a quell'uomo, a maggior ragione quando si rende conto di essere incinta. Ma la gelosia di lui diventa patologica. Un'ossessione che pian piano corrode il rapporto. E si trasforma in violenza: ogni parola della donna viene messa «sotto processo». Ogni atteggiamento, anche il più ingenuo, analizzato senza pietà. E ben presto cominciano gli insulti: parole pesantissime. Condite a minacce che diventano sempre più inquietanti. Un'escalation che continua. Un giorno lui la trascina per i capelli e le urla: «Sei una p..., devi abortire». Le prende anche il telefonino, gettandolo a terra e distruggendolo, in modo che lei non possa chiedere aiuto. Minacce, insulti ma anche botte. E se in casa c'è il figlio minorenne, l'uomo non si fa alcuno scrupolo. Quando poi lei decide di dire basta, comincia la persecuzione: telefonate, sms, appostamenti. Tre anni di inferno. Poi la denuncia. E ieri il patteggiamento. r.c.