Michael, da Parma alla conquista del mondo
Beppe Facchini
Tornare in Italia? Neanche per sogno. Michael Petrolini, 23enne parmigiano giramondo, attualmente si trova a Taiwan. E dal 2013, dopo il diploma e un tentativo con gli studi universitari in Sociologia, la sua passione per i viaggi è diventata una vera e propria ragione di vita. In due anni ha toccato mezza Europa (Austria, Slovenia, Francia, Germania, Spagna, Russia, Olanda e Inghilterra), ha oltrepassato l’Atlantico (Hawaii, Stati Uniti e Canada) e ha fatto tappa in Giappone e Australia, ma la voglia di fermarsi è decisamente lontana dai propri pensieri. «Non so ancora dove potrò costruire il mio futuro, ma di sicuro non Italia: tornarci in maniera stabile mi spaventa».
Zaino sulle spalle e videocamera sempre a portata di mano, il giovane parmigiano sta infatti vivendo un sogno, ovvero quello di conoscere ogni angolo del pianeta in un viaggio lunghissimo, spinto dalla propria smisurata curiosità, per sentirsi davvero vivo e felice. «Penso che sia sempre stato nella mia natura» confessa Michael, che dopo il primo viaggio da solo in Nuova Zelanda a 17 anni, ha cominciato a mettere dei soldi da parte lavorando in bar e ristoranti della città, garantendosi così un tesoretto per partire e biglietto di sola andata verso la California, a luglio 2013.
«Mi sposto con qualsiasi mezzo - spiega -, principalmente con l’aereo per raggiungere un nuovo Paese, ma una volta a destinazione faccio l’autostop, utilizzo treni, autobus o anche moto e auto. Molto dipende da dove mi trovo e se conosco qualcuno disposto a portarmi in giro».
E questo non sembra essere un problema: «Viaggiando molto si conoscono tante persone». Qualche lavoretto in giro per il mondo («In Australia ho raccolto banane, ma mi è capitato anche di pulire i bagni, fare il giardiniere, il barista e il muratore»), un aiutino dai genitori in caso di necessità («Non ho paura a confessarlo: ogni tanto mi fanno dei regali come l’assicurazione per un viaggio o lo smartphone, ma avendo sempre lavorato le spese principali le sostengo per conto mio») e le nuove potenzialità offerte dalla rete chiamate «CouchSurfing» e «Woofing» (sistemi online per chiedere ospitalità gratuita in cambio di lavoro): ecco come Michael riesce a mantenersi lontano da casa e a raccontare i propri viaggi utilizzando Facebook, Youtube e www.vitadabackpackers.it, il suo seguitissimo blog. «L’ho aperto sia per condividere la mia passione e sia perché, se tutto va bene - ammette -, un giorno potrebbe diventare fonte di guadagno o di contatto con qualche agenzia di viaggi».
Nel frattempo, Michael continua a girare assolutamente senza compagnia stabile («A volte mi sento solo, sì, ma è proprio così che mi piace viaggiare: rende più facile conoscere nuova gente e imparare di più su sé stessi e sugli altri») e tornando sporadicamente in Italia solo per salutare amici e familiari.
«Il posto che più mi è piaciuto? Difficile dare una risposta, mi hanno colpito tutti per le loro differenze» conclude Michael, chattando dall’altro capo del mondo in attesa di riabbracciare a breve suo cugino per trascorrere insieme due mesi in Vietnam e di incontrare l’amore. Ma questo, per il momento, è tutt’altro che un chiodo fisso: «Avere una relazione stabile mentre si viaggia è molto complicato…».