Ritz, dai film porno alle messe
Davide Barilli
Là in sala, dove echeggiavano gemiti e sospiri di regine dell'hard oggi in pensione, presto risuoneranno preghiere e canti inneggianti a Dio. Dove trionfava il buio, fiat lux. Nei locali, dismessi da tre anni e mezzo, del cinema teatro Ritz, incastonato in via Venezia, per decenni vero e proprio regno degli incalliti voyeurs di casa nostra e rifugio degli intimi del porno su schermo gigante, troverà infatti spazio una chiesa evangelica. Una catarsi? Forse. Dal luogo del vizio a quello del giudizio (divino). Di certo, una radicale trasformazione, rispetto al passato. Non c'è che dire. Dove un tempo transitavano, furtivi e con il bavero rialzato, spettatori in smania di acrobazie a luci rosse, pronti a trascorrere ore nel buio della platea, tra il fumo delle sigarette e immagini che più spinte non si può, ora risplenderà la luce della fede. Notizia che non può certo passare inosservata. Non foss'altro perché dopo la morte dei cinema hard, uccisi dal porno via web da fruire direttamente in camera da letto o dal divano di casa, una «riconversione» del genere era sì avvenuta qualche anno fa in Sicilia, a San Cipirello, dove l’ex cinema porno «Giannola» era diventato luogo di culto degli angelici, ma dalle nostre parti si tratta di una novità. Nel passato più o meno recente ex chiese cittadine erano state trasformate, dopo essere state sconsacrate, in wine bar o gallerie d'arte o negozi di abbigliamento. Basti pensare, nella nostra città, a San Tiburzio, San Quirino, san Lodovico o San Marcellino, oppure alla chiesa trasformata in garage in via Saffi. Il buio in sala, al Ritz, era calato per sempre nell'inverno di tre anni fa. Fine degli spettacoli per un locale che aveva aperto i battenti oltre mezzo secolo fa. In fondo a via Venezia era stata staccata l'insegna di un cinema che - al di là dei giudizi morali - aveva rappresentato pur sempre un pezzo di storia di Parma. E che di pellicole (vietate ai minori di 18 anni) ne aveva proiettate a migliaia. Ucciso dai nuovi mezzi ( videonoleggi e pay tv), dai siti specializzati sul web, ma anche dalla vecchia legge del mercato immobiliare. Il gestore aveva infatti parlato di un mancato accordo riguardo a investimenti e ammodernamenti. Ma la storia del cinema Ritz in via Venezia incomincia da molto prima. Negli anni Settanta, in particolare, è la prima sala parmigiana a proporre spettacoli di strip. Di là da venire i locali di lap dance, le soubrette facevano la passerella in abiti sempre più succinti, per la gioia del pubblico che si contendeva la prima fila per vedere meglio e che non risparmiava commenti salaci e fischi di approvazione. Una sorta di rustico Moulin Rouge padano sopravvissuto, tra uno spogliarello e l'altro (in competizione con i più raffinati night club) fino agli anni Ottanta, quando calze a rete, paillettes e boa di struzzo lasciarono spazio ai film a «luci rosse». Proprio di fronte al «Cristo risorto», la chiesa che si trova dall'altra parte della strada. E che ora - dopo decenni di convivenza con spettacoli a dir poco peccaminosi - potrebbe trovarsi a convivere con un altro luogo di fede.