Suor Giustina: "Esorcista a Medjugorje per amore"

«Non sono un'esorcista riconosciuta dalla Chiesa, opero in virtù dell'amore per le persone e la compassione. Rispondo ad un impulso interiore».

A parlare è Giustina Tabacchi, suora settantaseienne di Limana, impegnata da anni in pellegrinaggi a Medjugorje, dove ha avuto la possibilità di pregare per persone «oppresse da demoni».

Suor Giustina ha preso i voti nel 1964 ed ha operato in un convento a Parma per 36 anni fino al 2001, anno in cui una serie di lutti in famiglia l’ha costretta a tornare nel Bellunese per occuparsi del resto dei parenti. Il 30 agosto la religiosa è partita per il suo undicesimo pellegrinaggio nella città della Bosnia-Erzegovina.

«Questa possibilità - spiega suor Giustina in una intervista rilasciata al quotidiano Il Gazzettino - mi è stata offerta da una coppia di Limana, Guido Salviato e Silvana Gasperin, con cui prego spesso - racconta - Per me il pellegrinaggio simboleggia il cammino del viandante, un andare verso il Signore».

Durante i soggiorni a Medjugorje, suor Giustina si è trovata spesso a contatto con persone con chiari segni di possessione demoniaca, che si manifestavano soprattutto durante le apparizioni della Madonna.

«Ho pregato per loro insieme ad altri sacerdoti: insieme, la preghiera insieme rende più forti, ma è la fede che compie il miracolo, ci vuole una fede molto profonda».

E proprio lo scorso luglio suor Giustina si è trovata a fare un'esperienza di forte impatto spirituale. I fedeli erano riuniti nel luogo dell'apparizione della Madonna e pregavano con grande fervore.

«Abbiamo individuato cinque ossesse che si divincolavano- ricorda la religiosa di Limana -, schiumavano e si contorcevano. Io mi sono sentita spinta verso una di loro e ho sgridato lo spirito che la possedeva, comandandogli con forza di lasciarla. Ad aiutarmi nella preghiera è arrivato anche un sacerdote di colore che ha intimato ai demoni di obbedirmi. La donna è stata liberata e a quel punto molte persone mi hanno chiesto di pregare per i loro bisogni».

Suor Giustina racconta con voce pacata, con lo sguardo intenso come se stesse rivivendo quelle scene davanti agli occhi e aggiunge: «Non è per la mia potenza, cerco solo di rispondere alle divine ispirazioni. È un dono di Dio e noi siamo solamente un suo tramite». r.c.