Truffati anche gli alluvionati
Luca Pelagatti
Non bastava l'alluvione. Ci voleva pure l'amministratore disonesto. «Sembra incredibile eppure è tutto vero. La nostra palazzina, qui in via Navetta, è andata sott'acqua quando il Baganza è esondato. I danni sono stati pesanti e abbiamo dovuto rimettere a nuovo la caldaia, l'ascensore, gli infissi. Ovviamente abbiamo pagato tutto tramite l'amministratore che ha gestito gli interventi e le imprese. Adesso scopriamo che quei soldi sono spariti. E che dovremmo ripagare per la seconda volta». Come dire: il danno e la beffa. Ed è una beffa da migliaia di euro. L'ennesima pagina nera di una storia di ordinaria ruberia che giorno dopo giorno si allarga su tutta la città.
«Il primo calcolo che siamo riusciti a fare porta la somma che dovremo pagare per la seconda volta ad oltre trentamila euro. Ma si tratta solo di un'ipotesi: non sappiamo se le spese di riscaldamento di Iren siano state pagate o meno». Già, perché lo abbiamo detto: qui c'è il danno e pure la beffa. Il danno sono le spallate fangose del Baganza, la casa finita sotto tre metri d'acqua e i tanti euro sborsati per renderla di nuovo abitabile. La beffa è che l'amministratore infedele, quello che si è intascato i soldi, adesso fa anche resistenza a fornire la documentazione contabile. E così risulta pure difficile sapere quanto pesante sarà il salasso che incombe.
«Ci siamo presentati al suo studio per chiedere spiegazioni, per avere risposte precise - proegue una residente di via Navetta. - Abbiamo ottenuto solo repliche fumose e imprecise e per questo non siamo in grado di sapere cosa è stato pagato e cosa invece è ancora scoperto. E quali sono i pericoli per noi». Già, perché le utenze non pagate si rischia di perderle: e di finire di colpo al buio, senz'acqua, con l'ascensore azzoppato.
Una possibilità che preoccupa non poco e che spinge, ora, molti dei parmigiani imbrogliati a scegliere la via più dolorosa: pagare di nuovo tutto. Pur di non trovarsi al freddo. Lo sanno bene, tra gli altri, i residenti del grande condominio di via Verdi ai civici 25-27 e 29. Uno dei primi che ha denunciato lo scorso autunno il proprio amministratore dopo che lo stesso, ovviamente senza comunicare alcunchè, aveva prosciugato i conti dell'immobile. Anche qui qualche cifra è da confermare ma il buco lasciato da questi prelievi non autorizzati supera i centocinquantamila euro.
«A quel punto - spiega uno dei residenti di via Verdi - gli abbiamo intimato di rendere le somme scomparse e di fornire un quadro riassuntivo dei conti. La sua risposta? “I soldi non ci sono. E i conteggi neppure”. Ovvero: sono fatti vostri».
Un'inaccettabile risposta finita poi su una denuncia-querela presentata al procuratore della Repubblica ma che visto il diffondersi dei casi, non stupisce più. E che si ritrova anche nel comportamento di altri professionisti. «Anche noi siamo molto preoccupati - aggiunge un residente di un palazzo di via Volturno. - Il nostro amministratore sembra scomparso: non ha presentato nè il bilancio consuntivo nè quello preventivo, non ha ripartito le spese e non ha indetto l'assemblea». Gli abitanti hanno provato a chiedere spiegazioni: «L'ufficio sembra chiuso, la segretaria non c'è più. E il professionista non risponde. Cosa dobbiamo fare? E soprattutto non sarà il caso di intervenire?».
Certo, potrebbe essere un caso, una combinazione. Ma ormai la fiducia comincia ad essere merce rara. E da più parte si chiede chiarezza. Possibilmente in fretta. «Nel nostro caso è stato Iren a sollevare il problema - racconta un residente di un palazzo di piazza Lubiana. - Due settimane fa l'ex municipalizzata ha scritto ad ognuno dei 22 condomini una lettera in cui intimava di pagare complessivamente ventiduemila euro per utenze non pagate nel 2015. Inutile dire la nostra sorpresa: noi abbiamo sempre puntualmente pagato e abbiamo chiesto spiegazioni al nostro amministratore incaricando un altro professionista. Il nuovo responsabile sta analizzando la situazione e non è chiaro ancora se si sia trattato di un disguido, di un ritardo dovuto ad una gestione distratta o qualcosa di peggio. Per il momento aspettiamo di sapere». Un atteggiamento condiviso da molti. Tanti parmigiani aspettano, qualcuno spera ancora. Troppi sacramentano a mezza voce. Una volta le assemblee erano un appuntamento detestato. Adesso è la stessa parola «condominio» che fa paura.