Via Bixio, primi passi verso la rinascita

Mara Varoli

Tra vecchi e nuovi, via Bixio piano piano ricomincia a camminare. Certo, le vetrine vuote ci sono ancora e quel cartello di una pizzeria con la scritta «Chiuso per riflessione» fa un po' pensare, ma l'antica strada San Francesco con il fascino dei suoi angoli e le botteghe artigianali sta trovando la forza per ricominciare.

Gente che non molla
L'avevamo lasciata nel luglio del 2013 con molte domande e poche certezze, quando la «Gazzetta» era andata a trovare i commercianti per parlare di una via che era stata completamente dimenticata da tutto e da tutti. E le speranze erano poche. Ora a distanza di un anno e mezzo l'aria che si respira è diversa e anche se c'è ancora tanto da fare qualcosa sta cambiando, grazie a gente che non molla e a giovani che hanno deciso proprio qui di aprire un'attività: «E' così, la situazione è migliorata e il segnale di ripresa c'è - spiega Viviana Zucchi di «Quisquilie», il negozio di restauro e decorazioni, inaugurato nel maggio del 2009 -. Noi siamo fortunate perché siamo nella zona centrale, più movimentata, però sono stati aperti nuovi negozi e tutti molto carini e in linea: molti commercianti si occupano del riciclo, del recupero e di prodotti alimentari di grande qualità. L'etica è quella dell'artigianato e del chilometro zero. Il Comune ha poi fatto un bando per incentivare il commercio ma per le attività già avviate come la nostra era più complicato accedere ai fondi. Magari si potrebbe ricominciare a organizzare qualche festa, a partire da San Giuseppe».

«Spingete l'Oltretorrente»
«Da via Emilio Lepido ci siamo trasferiti in via Bixio - spiegano Claudia Maioli e Gin Maria Botigliero del negozio sportivo «Tim 6» - e non sono per niente pentita. E' vero il passaggio è poco ma la nostra clientela non manca». E non manca nemmeno il coraggio: «Spingete l'Oltretorrente - aggiunge Sabrina Felisi, che ha aperto il suo «Prince Cafè» il 26 ottobre scorso -. Abito qua e sono molto affezionata a questa strada. Il bar è aperto anche alla domenica e la gente torna anche per gli aperitivi e per il prosciutto buono. Alla sera della Vigilia poi abbiamo cucinato pennette al salmone per i commercianti e per i clienti: tutti hanno apprezzato. Insomma, per ora siamo contenti. Sai cosa manca in via Bixio? - conclude - Un ristorantino con menu tradizionale. Sai come è, gente chiama gente». Nell'attesa ha aperto recentemente «La Cantina della carne» dell'azienda agricola Anfora dove non mancano le degustazioni, tant'è che pur essendo una macelleria e salumeria c'è persino una tavola elegantemente apparecchiata: «Siamo molto contenti - confessano Rita Gradellini e Alessio Perrone da dietro il bancone -. La cittadinanza sta rispondendo bene. Eravamo già presenti nei mercatini delle aziende agricole di via Imbriani e volevamo rimanere in Oltretorrente, anche per ridare il senso della storicità».

Non è più la via di una volta
Anche Mario Gabbi pur essendo in via Bixio da 40 anni è un po' da considerare tra i «nuovi» in quanto dal numero 106 si è trasferito all'angolo con viale Gorizia, «per eccessive spese», precisa. Nuovo sì ma con una esperienza da vendere: «Siamo abbastanza contenti di essere in viale Gorizia. Via Bixio non è più la via di una volta e ha certamente subito più di altre strade, anche perché i negozi a disposizione sono molto piccoli. Ma il problema del mercato in discesa è ovunque nei centri cittadini: oggi i parmigiani non vanno più in Ghiaia vanno nei grandi super».

Tante scuole
E allora, ben venga l'intraprendenza di chi ha puntato sull'originalità per evitare il rischio dell'omologazione. E' il caso di Diego Martinelli del «Games Time», diventato famoso tra i ragazzi per i tornei di carte collezionabili: «La zona per me è ideale vista la presenza di tante scuole e di studenti universitari che hanno affittato la casa in via Bixio. Ma si spera sempre in meglio: per migliorare il passaggio ci vorrebbero più autobus e più parcheggi: quelli che ci sono, sono troppo cari».

Movida e mercatini
Ma c'è una cosa che i giovani vorrebbero: la movida. Perché in via D'Azeglio sì e in via Bixio no? «Noi abbiamo aperto il 15 settembre scorso - dice Anna Del Sorbo del nuovo Bar Bixio -. Ed effettivamente in questa strada ci vorrebbe più passaggio: senza i ragazzi delle scuole siamo perduti. Il Comune dovrebbe tenere più in considerazione questa strada. Ci vorrebbe più movimento. E le occasioni per fare un buon aperitivo in questa zona ci sono, per cui perché non ci aiutano a fare una simpatica e intelligente movida di via Bixio?». Anche Rebecca Gnocchi e Massimiliano Manzini hanno inaugurato il loro «Hair Spray» nell'autunno scorso. E giusto per l'originalità, vendono solo prodotti specifici per capelli: «Via Bixio è sempre stata molto amata dai parmigiani, ma purtroppo c'è stato chi l'ha fatta odiare. Ma ora si ricomincia: gli affitti sono stati dimezzati e ci sono stati incentivi per il commercio. Questa strada ha il sapore della vecchia Parma e vogliamo che i parmigiani tornino a fare la spesa in Oltretorrente. Noi ce la mettiamo tutta e presto faremo un'associazione di commercianti, ma chiaramente il Comune ci deve dare una mano: prima c'erano tante feste, come quella del vino e della birra, ma ora più niente. Anche i mercatini di Natale sono stati fatti in via D'Azeglio e nulla è stato organizzato in via Bixio, ma a noi le belle bancarelle non danno fastidio e sarebbero un valido aiuto. Insomma, il Comune deve mandare un messaggio forte, perché in via Bixio ci sono negozi che non si trovano da altre parti».

PARLANO COMMERCIANTI E RESIDENTI

Lo stop arriva da lui: l'uomo della famosa «micca». Che è stufo dei luoghi comuni: «La gente deve smettere di dire che in via Bixio ci sono solo negozi chiusi - esordisce Gianni Cavazzini del Panificio Centrale -, questa è una strada di botteghe originali e di tradizione. Una strada pulita, al centro di un quartiere che è la storia della città». Cavazzini è orgoglioso di essere uno dell'Oltretorrente, «anche perché dentro le mura di Parma con il forno siamo rimasti in pochi e questo panificio risale addirittura al '36 - continua -. Purtroppo in centro manca la massa: lo so che è un'utopia ma basterebbe che ritornassero i vecchi uffici per creare il viavai: oggi tutto è decentrato e la Ghiaia non è più la stessa, per cui la vita è difficile. Qui come altrove». Ma ora che via Bixio dopo anni bui ha ripreso a camminare, anche se a tratti, la ricetta per tenere la rotta Cavazzini ce l'ha: «L'Oltrettorente è popolato da bella gente, spontanea e umile, con tanti anziani - sintetizza -. Bisognerebbe però migliorare la viabilità, soprattutto in via Bixio e occupare quegli spazi vuoti con iniziative culturali, ludiche e mostre. Senza dimenticare il fatto che i parmigiani dovrebbero tornare a visitare i negozi del vicinato».

Da una parte e dall'altra della strada. Dal profumo di pane ai piedi di Corridoni al profumo di cannoncini alla crema della Pasticceria Montali. Negozi storici, per l'appunto, conosciuti ovunque per i prodotti unici: «Verso Barriera Bixio il passaggio è ancora molto scarso - commenta Paolo Montali -. Ci sono giorni che non si vede nessuno, ma d'altronde con tutti i centri commerciali che hanno fatto la gente non viene più in città. Però una cosa si potrebbe fare: in questo tratto ci vorrebbe più illuminazione, perché quando fa buio la gente non passeggia mai tranquillamente». E nel cuore della strada, c'è lei, Isabella Battecca da 30 anni alla «Casa del Formaggio»: «In via Bixio c'è molto entusiasmo - sottolinea Isabella -. In negozio siamo in dieci e il calo non c'è stato, anzi c'è stato un aumento di vendite e a Natale sono state superate tutte le aspettative. Chiaramente ci vogliono professionalità, cortesia e prodotti di qualità per andare avanti. E in via Bixio non mancano. I negozi storici che c'erano ieri ci sono anche oggi e hanno aperto i nuovi: lavoriamo tutti perché la gente rimanga in via Bixio».

Due passi e si arriva alla storica pescheria di Gianni Brianti, con il merluzzo alla parmigiana in bellavista. E lui, il Gianni col grembiule, se proprio deve arrabbiarsi lo fa contro la grande distribuzione: «Non solo via Bixio ma tutta Parma era più affollata quando non c'erano tutti questi centri commerciali, che sono stati realizzati senza cognizione. Una volta a Barriera arrivava gente da tutta la provincia, grazie anche alle corriere. Ora invece in questa parte di via Bixio sembra di essere in periferia, ma resistiamo». Insomma, una strada «abitata» da chi non rimane a guardare. E che nel triste panorama nazionale può diventare esemplare. Perché la filosofia è questa: i problemi ci sono ma da buoni parmigiani tutto si può risolvere. Se ci si crede. E qui, nella città vecchia, la forza non manca per superare gli ostacoli.

Dal paradiso di bambini e di molti adulti, il «Parma Model», Fabio Brambilla non è contento del movimento in questa parte della strada che guarda a quel bellissimo angolo che è la ex Robuschi, però il suo negozio è sempre pieno: «Quando sono arrivato io in via Bixio, nel 1996, facevo parte della squadra dei giovani. Oggi invece sono tra i vecchi. E' una strada da sempre animata da artigiani e da una certa cultura, che però è stata trattata male. E' per questo motivo che sarebbe necessario organizzare un intervento mirato, contestualizzato, come un valido mercatino dell'antiquariato, che aiuterebbe a migliorare il passaggio». Un'unica via ma così diversa nelle sue parti, anche se ovunque vai trovi una storica vetrina: gastronomie e macellerie che non hanno bisogno di presentazioni, vista la notorietà, ma anche negozi di abbigliamento e di maglieria specializzata. Come «Knitting» di Wilma Schincaglia e di Luisa Dal Vecchio. Che godono di un passaggio piuttosto vivace, grazie ai clienti di sempre e grazie al fatto che qui, nella parte della Casa del Formaggio, il viavai rimane: «Noi non ci lamentiamo - premettono Wilma e Luisa, che al primo piano vantano anche un laboratorio di maglieria -. Le vendite di Natale sono andate benissimo e quindi siamo contente. Certo, il Comune dovrebbe fare di più, a partire dai servizi che vanno migliorati. Questa è una via splendida, che non va declassata. Ci vorrebbero più parcheggi e a prezzi contenuti».

Anche «L'Artigiana» il negozio di legatoria di Glauco e Sergio Scaffardi è qui dal '68: «Non bisogna drammatizzare - commenta Sergio -, certo via Bixio è cambiata nel tempo ma è cambiata tutta l'Italia: è cambiata la gente e sono cambiate le abitudini. E oggi si fanno più sacrifici. Mi piacerebbe però che in via Bixio ci fossero più residenti e che prendessero la buona abitudine di utilizzare i negozi sotto casa». E come dargli torto? Così come sarebbe impossibile smentire la grande Paola Carretta, pollivendola da oltre 30 anni, che si trova in quel tratto là dove la strada si stringe. E fa la curva: «Bé, è questo il tratto che soffre di più e la mia clientela è quella di vecchia data: di persone nuove se ne vedono poche - dice Paola -. Ma di aiuti non ne abbiamo: basta dire che recentemente hanno dato la multa a un trasportatore che stava scaricando le galline. Per migliorare il commercio la possibilità di parcheggiare e la viabilità sono indispensabili. E qua di parcheggi nemmeno l'ombra».

Ritornando verso Barriera si incontra un'altra piccola bottega, dal sapore antico ma ancora di moda: «L'Emporio della sarta» di Giovanna Lorenzini. Centinaia e centinaia di bottoni, elastici, pizzi, cerniere, modelli su misura e tanti buon consigli per il fai da te con ago e filo. Il segreto? «Qualità e prezzi modesti - conferma Giovanna -. E da Bixio non mi sposterei mai. Per aprire un negozio di questi tempi ci vuole molto impegno e passione e i giovani lo hanno capito. Tant'è che in questa strada storica sono tornate le nuove generazioni. E io sto bene con loro». 

L’INTERVENTO DELL’ASSESSORE CASA

Anche l'assessore al Commercio del Comune Cristiano Casa è ottimista: «Con il bando che abbiamo realizzato per finanziare attività e nuove aperture in via Bixio e in via Imbriani abbiamo messo a disposizione una cifra per le spese di investimento e abbiamo ricevuto otto domande - precisa -. Cinque commercianti hanno potuto inaugurare il proprio negozio: uno in via Imbriani e quattro in via Bixio». Nuovi negozi che hanno donato alla strada una nuova identità: «E' così - prosegue l'assessore Casa -. Via Bixio è una strada lunga dove prima c'erano tante vetrine sfitte e noi abbiamo cercato di rispondere alle esigenze con questo bando. Un bando che abbiamo realizzato anche per via Garibaldi e per il quale abbiamo ricevuto tre domande, ma c'è ancora tempo per presentare le richieste. Ora da più parti mi dicono che via Bixio sia diventata la strada del bio e di buoni prodotti per una spesa di qualità. Siamo all'inizio ma continueremo a creare le condizioni per un ulteriore impulso». Ma c'è una richiesta che alcuni commercianti vogliono portare avanti per organizzare eventi e feste che bene si sposerebbero con la tipicità dei negozi presenti. «Gli eventi - conclude Casa - devono essere organizzati dalle associazioni e dai commercianti stessi. Noi mettiamo a disposizione tutti i permessi necessari per agevolare le iniziative. Che però devono essere iniziative di valorizzazione della strada».