Bimbo senza gambe, parla il ginecologo
Monica Tiezzi
Alla fine parla il ginecologo che ha seguito per sei mesi lo sviluppo nel pancione della mamma, di Bryan, il bimbo nato senza gambe - una malformazione mai diagnosticata durante la gravidanza - oggi al centro di una richiesta di risarcimento danni che chiama in causa Azienda ospedaliero-universitaria, Ausl e, appunto, il professionista parmigiano. Che ieri, in un'intervista esclusiva alla Gazzetta e alla presenza del suo avvocato, dice: «Io l'ecografia morfologica l'ho fatta, ne ho le prove. Ma non ho visto la malformazione».
L'incontro è avvenuto nello studio in strada al Duomo dell'avvocato Alfredo Cortesi, al quale il ginecologo si è rivolto dopo aver ricevuto la lettera di diffida dei legali dei genitori del piccolo, gli avvocati Silvia Gamberoni e Alessandro Falzoni, che di fatto avvia una causa civilistica e chiede di risolvere la questione in via stragiudiziale coinvolgendo le assicurazioni delle parti. Nella vicenda sono entrati infatti, oltre al ginecologo di Sala Baganza, anche l'ospedale Maggiore (al quale la donna si è rivolta per accertamenti alla 18esima settimana di gestazione e una settimana prima del parto, avvenuto la notte di Natale) e l'Ausl, nella cui Casa della Salute Parma centro è stata eseguita un'ecografia alla 32esima settimana di gestazione. Tutti accertamenti che non hanno mai evidenziato la grave malformazione del nascituro.
Nei giorni scorsi Ausl e ospedale hanno avviato un'indagine congiunta sul caso, sostenendo a più riprese che nella cartella clinica della donna manca la cruciale ecografia morfologica, da eseguire tra la 19esima e 20esima settimana: tempistica adatta non solo a diagnosticare eventuali anomalie, ma anche a permettere alla donna di valutare se interrompere la gravidanza entro i termini di legge. L'unico a non parlare era stato finora il ginecologo parmigiano, che è medico di base in convenzione con l'Ausl ma che ha seguito la gestante (Monica, 34 anni, una cuoca parmigiana) nel suo studio ginecologico, in regime privatistico.
Allora dottore, questa cruciale ecografia morfologica lei l'ha eseguita o no?
MEDICO: : «Certo che l'ho eseguita, e ne ho le prove: l'esame è memorizzato nel mio ecografo, in un cd e in una chiavetta usb consegnata al mio avvocato. Solo che nè la paziente, nè i suoi legali, nè i medici ospedalieri o dell'Ausl mi hanno mai richiesto questo referto. Ho scoperto dai giornali la vicenda del bambino».
Andiamo per ordine: come è entrato in contatto con la paziente?
MEDICO: La signora lavorava in un locale di Vigatto, i cui proprietari mi conoscevano e mi hanno consigliato come specialista. Al primo appuntamento dell'8 maggio scorso, alla quinta settimana di gestazione, ho eseguito un'ecografia, non morfologica, per verificare che la prima fase della gravidanza non presentasse problemi. Ho anche tracciato, come di consueto, il quadro degli esami da eseguire o consigliati come translucenza nucale, bitest, villocentensi ed amniocentesi e ho chiarito che andava eseguita la morfologica fra la ventesima e ventiduesima settimana e l'ecografia dello sviluppo tra la 30esima e 32esima. La signora, che ha già un bambino e che aveva avuto due aborti spontanei, era molto felice e molto motivata a portare avanti la gravidanza».
E poi?
MEDICO: Alla successiva visita del 28 maggio ho eseguito un'altra ecografia per verificare il battito del feto e ho controllato gli esami del sangue prescritti nel frattempo. Il 4 luglio altra visita: ho consigliato l'amniocentesi, che la signora ha eseguito in una struttura pubblica e che non ha evidenziato alcuna patologia genetica. Altro controllo del battito cardiaco alla 17esima settimana. Tutto risultava nella norma.
E arriviamo alla famosa morfologica.
MEDICO: Ho ricordato alla paziente che era necessario rivedersi a fine agosto per eseguire la morfologica nei tempi prescritti dalle linee guida. Ma la signora si è presentata solo alla 24esima settimana.
Perchè non l'ha contattata per chiedere motivo del ritardo?
MEDICO: Non avevo il suo numero. Seguo circa cento gravidanze all'anno, non posso chiamare tutte le pazienti che non si presentano ad una visita.
Quindi la morfologica è stata eseguita alla 24esima settimana, in un periodo nel quale era già difficile eseguire un'eventuale interruzione di gravidanza.
AVVOCATO: Questo è un punto da chiarire, perchè in base a quanto stabilisce la legge 194 non è detto che, anche nel caso in cui la malformazione fosse stata diagnosticata prima, la signora avrebbe potuto decidere l'interruzione volontaria. Non era a rischio la vita della donna e bisognava provare che «rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro» avrebbero determinato «un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna», come recita l'articolo 6 della legge.
Che risultato ha dato la morfologica?
MEDICO: Premessa: la signora era obesa e questo ha reso difficoltoso l'esame. Ho misurato il diametro biparietale della testa del feto, la circonferenza cranica ed addominale, la lunghezza del femore e dell'omero e ho verificato la funzionalità di cuore, reni, polmone, encefalo, stomaco e vescica. Tutto era nella norma.
Ma non ha visto che mancavano entrambe le gambe e i piedini.
MEDICO: Il 50% delle malformazioni scheletriche non viene rilevato dalle ecografie. Il fatto che non visualizzassi i piedi non significava che non ci fossero, poteva essere effetto di una particolare posizione del feto. Ero convinto che il bimbo fosse sano. E lo erano anche i colleghi che hanno eseguito altre ecografie dopo la mia morfologica.
AVVOCATO: Vorrei aggiungere che abbiamo preso contatti con un consulente, esperto di ecografia, e siamo in attesa di una sua risposta. Credo che il suo apporto potrà aiutare a chiarire tutti gli aspetti della vicenda.
Perchè il referto dell'esame non è nella cartella clinica della donna?
MEDICO: L'esame è stato eseguito il 9 settembre ed ho trascritto tutte le misurazioni nel fascicolo della gravidanza. In quell'occasione ho anche diagnosticato alla signora un diabete gestazionale, invitandola a contattare un diabetologo. Pensavo che l'avrei rivista a breve, ma dal quel momento non ho più avuto sue notizie. Il referto dell'esame, ossia il dischetto con le immagini, è rimasto nel mio studio e nessuno me lo ha mai richiesto.
Vorrebbe dire qualcosa alla famiglia del bambino?
MEDICO: Che sono dispiaciuto e che sono loro vicino. Immagino che stiano vivendo un momento difficile. Ed è dura anche per me: non dormo da 15 giorni, il telefono squilla continuamente, le mie pazienti sono allarmate, vengo additato. Ho trent'anni di esperienza, ho seguito migliaia di gravidanze e non mi era mai capitata una cosa simile.
AVVOCATO: Come legale, vorrei esprimere anch'io la vicinanza a questa famiglia. Tutti speriamo in un bonario componimento della vicenda. Sono certo che Bryan sia un bambino molto amato, che saprà affrontare le difficoltà. Spero che, come ci insegnano tanti disabili, sarà in grado di raggiungere grandi risultati nella vita.