Carlo Saverio di Borbone: «Parma, una gioia per il cuore»

Laura Ugolotti

Il Principe Carlo Saverio di Borbone Parma, è tornato ieri a fare visita alla nostra città, in occasione del battesimo del figlio Carlo Enrico Leonardo – che avverrà oggi in Duomo - e della tradizionale consegna delle onorificenze dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio ad alcuni meritevoli rappresentanti della società civile, che si è tenuta ieri nella chiesa della Steccata. Per il nobile non è la prima visita; anzi, il rapporto che lo lega alla città è solido ed è iniziato anni fa.

«Nella Basilica della Steccata – spiega sua altezza – mio padre Carlo Ugo ha voluto essere sepolto e qui ho battezzato anche le mie due figlie, Luisa Irene e Cecilia Maria». «Mio padre amava Parma e ha trasmesso questo amore a tutti i suoi discendenti. Alla città mi legano non solo radici storiche ma anche affinità culturali e affetti, perché qui ho molti amici. Parma è una gioia per il cuore, per la mente e anche per il gusto, perché si mangia davvero benissimo».

Il Principe Carlo Saverio è nato nei Paesi Bassi, ma la vita e gli studi lo hanno portato a viaggiare molto, dalla Spagna alla Francia, dall’Inghilterra agli Stati Uniti. La sua è l’ultima famiglia nobile realmente «paneuropea». A Parma però torna sempre con piacere. «Anche questa città ha una naturale vocazione europea, è scritto nella sua storia. Non è solo per le istituzioni che sono qui: è la sua identità che ha un grande valore internazionale. Essere europei, però, richiede un confronto e uno scambio costanti e credo che la città, forte di questa identità, potrebbe aprirsi ancora di più». «Magari a partire dall’Università – gli fa eco il fratello, il principe Giacomo – dalla presenza di studenti stranieri, che qui sicuramente crescerebbero molto».Ieri al loro arrivo a Parma i principi sono stati accolti da Diofebo Meli Lupi, da Edoardo Barbieri Marchi, dal presidente dell’Associazione Cavalieri della Reale e Ducale Casa di Borbone Parma Orazio Zanardi Landi e da Alessandra Pellegrini. Insieme hanno presenziato alla consegna delle onorificenze, andate tra gli altri, anche a Gianpaolo Dallara e alla Croce Rossa di Parma. «Un riconoscimento – ha spiegato sua altezza – a chi si mette a disposizione degli altri, dello sviluppo del territorio, con il proprio impegno e la propria professionalità». «L’Ordine – ci tengono a sottolineare Diofebo Meli Lupi e Orazio Zanardi Landi – non è solo una questione di occhielli e simboli. E’ una realtà che lavora per il territorio, raccoglie fondi, sostiene progetti di beneficenza e non solo. Se così non fosse, sarebbe slegata dal presente».