Gabriela massacrata a coltellate
Laura Frugoni
Nuovi, orribili, tasselli s'aggiungono alla scena del crimine che tiene la città con il fiato sospeso da quattro giorni. Luca Manici e Gabriela Andrea Altamirano sono stati uccisi in una spaventosa sequenza, i corpi ritrovati a diversi metri di distanza l'uno dall'altro, in luoghi differenti ma sempre all'interno del perimetro del grande casale di San Prospero che «la Kelly» aveva rimesso a nuovo e trasformato in un rutilante club privé a luci rosse.
Gabriela, la 45enne argentina che viveva a Salso, sarebbe stata trovata in una delle camere del rustico. Distesa sul letto con un laccio intorno al collo, a conferma dell'informazione girata fin dall'inizio dagli inquirenti: «segni di soffocamento». Ma chi si è accanito su di lei non si è limitato a stringere quella corda come una morsa, ha anche infierito con un'arma da taglio. Un'aggressione selvaggia - le coltellate sarebbero tante - che fa inevitabilmente pensare a un raptus rabbioso, violentissimo.
Una morte atroce, su questo nessun dubbio: in quella stanza c'era tanto sangue, Gabriela aveva le scarpe (quando l'ha sorpresa l'assassino era in piedi? Ha cercato disperatamente di difendersi e mentre lottava è stata scaraventata sul letto?) ed era seminuda, il vestitino le copriva il torace ma era sollevato sui fianchi. Una descrizione che si sovrappone a quanto raccontato alla «Gazzetta» dall'ex fidanzato, Samuele Turco, il primo ad entrare in quella stanza martedì sera («le ho toccato il polso sinistro... era fredda») che tuttavia aveva precisato di non aver visto ferite sul corpo, e nemmeno il sangue («l'ho guardata solo in viso... sembrava rilassata»).
Il corpo di Manici, i poliziotti delle Volanti l'avrebbero trovato invece al di fuori della casa, sotto il porticato dietro un divano. Vestito da donna, anche lui trafitto da una serie di coltellate, una pare più micidiale delle altre: sotto la gola. Ma se sia stato proprio quello il colpo fatale lo potranno svelare soltanto i risultati dell'autopsia, che si è svolta ieri nell'istituto di medicina legale del Maggiore nel più stretto riserbo. Nemmeno una parola dagli inquirenti che continuano a rispettare rigorosamente la consegna del silenzio.
Si immagina che l'esame autoptico sia stato particolarmente lungo e complesso: oltre a dire come sono morte Gabriela e Kelly fondamentale sarà stabilire quando. E anche sui tempi l'enigma resta: dalle ultime telefonate e dai messaggi WhatsApp la notte finita nel sangue dovrebbe essere stata quella tra Natale e Santo Stefano. Forse già cominciava ad albeggiare; gli amici hanno confermato che l'ultimo accesso sul telefonino di Manici segnava le 2,41.
Cosa lascia intuire la scena del crimine? Soltanto ipotesi, per ora. Ammesso che l'assassino sia uno solo, proprio la lontananza dei corpi potrebbe spiegare com'è riuscito a uccidere due volte: potrebbe aver assalito prima Gabriela e in un secondo tempo tempo Manici, che magari era accorso sentendo le grida dell'amica. Ma il fatto che l'abbiano trovato sotto il portico potrebbe anche significare un estremo tentativo di fuggire da quelle stanze, di sottrarsi alla furia omicida.
Scenari ipotetici, per ora. E di sicuro gli investigatori in questi giorni stanno mettendo cercando di mettere insieme le voci e le testimonianze dei frequentatori dell'Angelica Vip Club e soprattutto rintracciare le presenze fisse di quelle nottate all'insegna della trasgressione. Già questa non pare un'impresa così facile. Chi c'era insieme a Kelly e Gabriela? «La sera del 25 aveva un impegno a casa sua - ha confidato un amico alla Gazzetta - mi chiedo chi fosse con lei».
I misteri di questa sconvolgente doppia esecuzione sono ancora troppi. Sesso, soldi, ricatti, gelosia: fin qui s'è detto di tutto, tutte piste possibili in un orizzonte in cui ambiguità e trasgressione diventano un modo di vivere.
Ma la domanda chiave resta una: chi dei due era il vero obiettivo dell'assassino? Gabriela o Kelly? Chi è invece finito nella traiettoria omicida soltanto perché «si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato?», per usare le parole pronunciate l'altro giorno dall'ex fidanzato di Gabriela, riferendosi proprio all'argentina («Kelly aveva molti nemici»).
Degli ultimi particolari trapelati impensieriscono tuttavia proprio la ferocia e l'accanimento del killer contro l'argentina. Era lei il bersaglio?
Ieri è stata una giornata strana. Il silenzio degli inquirenti potrebbe voler dire che sono arrivati a un punto decisivo. Forse alla stretta finale.