Incendio al Tribunale, il racconto del titolare

Michele Ceparano

Trattoria del Tribunale, il giorno dopo. Ieri, già dalla prima mattina, è iniziata una domenica di lavoro in cucina. Non per preparare i classici piatti tipici per cui il locale di vicolo Politi 5 è famoso, ma per pulire e rimettere tutto in ordine dopo l'incendio che, intorno alle 21.30, ha trasformato un tranquilla serata al ristorante in un sabato di paura, in cui una cliente è finita al Pronto soccorso con sintomi da intossicazione. Il titolare Edoardo Pietri e i suoi collaboratori sono al lavoro per riaprire il più velocemente possibile e togliere così il cartello che avverte che il Tribunale è «chiuso per problemi tecnici».

Fuori dal locale parecchie persone, collaboratori e amici del titolare, fanno capannello, chi per portare la propria solidarietà e chi per dare una mano. Dentro, nella cucina interessata da un corto circuito (almeno questa al momento è l'ipotesi più plausibile), si lavora per far tornare a splendere muri e fornelli.

«Devo dire - Pietri racconta quegli istanti concitati - che quello che è successo è durato in tutto una trentina di secondi. Come ci siamo accorti che qualcosa non andava, infatti, abbiamo afferrato gli estintori e chiuso immediatamente il gas. Questa, in casi del genere, è la prima cosa da fare. Poi, siamo entrati in cucina e abbiamo spento il fuoco. Forse ha provocato più “casino” la polvere degli estintori che l'incendio vero e proprio».

Il titolare del locale aggiunge che le persone non si sono agitate più di tanto. «Hanno capito che la situazione era sotto controllo - ricorda -. Poi abbiamo accompagnato i clienti fuori dal locale cercando di tenerli calmi».

Oggi la trattoria dovrebbe tornare a riaprire i battenti. «Stiamo aspettando - aggiunge - gli ultimi controlli, com'è logico che sia, e poi potremo riprendere a lavorare».

Pietri, dopo l'episodio, sabato sera non ha avuto neppure il problema che qualcuno, magari approfittando dei momenti concitati, uscisse senza pagare. Ha infatti preferito «tagliare la testa al toro». «Non ho chiesto nulla a nessuno - ammette -, neppure un euro. Ma, in situazioni del genere, penso che sia giusto fare così. Ho detto di lasciare uscire tutti senza pagare». Un gesto davvero signorile. «Sono qui da otto anni, ho sempre lavorato - spiega - e la gente si è sempre comportata bene. Anche questa volta ha dimostrato grande educazione. A me dispiace per loro, c'erano famiglie con bambini e questo episodio ha rovinato loro la serata».