Influenza tardiva. E colpisce soprattutto i bambini

Questo inverno il picco è arrivato in ritardo, ed ha colpito meno duramente degli anni passati. Ma sono quattro, finora, i parmigiani finiti in rianimazione per le complicanze dell'influenza invernale.

A letto - con mal di gola, disturbi gastrointestinali, tosse e dolori alle ossa - c'erano a metà febbraio (ed è stato il picco della pandemia 2015-2016) lo 0,6% degli assistiti dal servizio sanitario nazionale. Dato che si è assestato la scorsa settimana allo 0,57% (0,98% in Emilia Romagna).

Il dato di Parma risulta molto più alto (3,2%), ma - spiegano al servizio di igiene pubblica dell'Ausl - è legato soprattutto alle segnalazioni «a fisarmonica» dei casi da parte dei cinque medici-sentinella dell'Ausl. «Solo a stagione conclusa, con gli opportuni aggiustamenti statistici, avremo un dato significativo», spiegano.

L'andamento dell'influenza di quest'anno è comunque già chiara: picco ritardato (l'anno scorso a fine gennaio battevano i denti per la febbre l'1,5% degli emiliano-romagnoli), meno ammalati, un ritorno del virus B, tanti bambini e adolescenti colpiti. L'esordio più lento della pandemia potrebbe essere legato, spiegano all'Ausl, all'inverno particolarmente mite, ma non solo.

«Ho l'impressione che, dopo l'importante campagna mediatica pro vaccinazione, ci si stata una adesione più convinta alla campagna preventiva e una presa di coscienza dell'importanza del'immunizzazione - dice Maurizio Vescovi della medicina di gruppo Balint, che ha sede nella Casa della salute Montanara - Mentre negli anni passati dovevo sollecitare diversi assistiti, quest'anno ci sono state richieste spontanee. Ci auguriamo che, risalendo la percentuale di vaccinati, si riducano anche i tassi di mortalità legati all'influenza, nel 2015 particolarmente alti». L'anno scorso a Parma si sono registrati 12 casi gravi e due decessi.

Sono cambiati anche i virus circolanti: è al declino il virus H1N1, principale responsabile delle pandemie degli ultimi anni, ed è invece in aumento il virus B, per il quale sono poco «attrezzati» (per questioni di «memoria immunitaria», visto che si tratta di un virus che ha circolato poco negli ultimi anni) bambini e adolescenti.

Spiega Paolo Bocchia, pediatra di famiglia del gruppo Balint: «I virus in circolazione ogni anno sono tantissimi. Il vaccino viene messo a punto in base ai test eseguiti in estate, quando possono essere non ancora circolanti i virus che si manifestano più tardi».

Il risultato è che l'influenza ha colpito duramente i giovanissimi. «Nella classe di mia figlia sono malati 23 bambini su 28. Mia figlia è a letto da giorni, con febbre alta e tosse persistente» dice la mamma di una bambina che frequenta la scuola materna.

«Sto lavorando a pieno ritmo, con l'ambulatorio aperto otto ore al giorno. Ci sono intere classi decimate, soprattutto nelle materne e alle elementari, con solo 5-6 bambini risparmiati dai virus», conferma Bocchia.

I consigli del pediatra: «Antipiretici e anti-infiammatori, bevande calde e riposo. Un sistema immunitario efficiente debella i virus in circa quattro giorni. Se la guarigione tarda, è opportuno che intervenga il medico per valutare se ci sono sovrainfezioni batteriche. E sarà sempre e solo il medico a decidere se è il caso di prendere antibiotici». m.t.